Uno dei rapitori parlava italiano

Andrea Purgatori, da L’Unità del 9/1/2006

Ritorna l’ipotesi di una regia italiana del sequestro Quattrocchi. Un sospetto emerso più volte, sia durante il sequestro che dopo la conclusione, come in forma l’Unità in questo articolo di cui ti proponiamo un ampio stralcio…

Quattrocchi mentre esclama la ormai storica frase: vi faccio vedere come muore un italiano!"L’ha intuito perché l’interrogatorio a cui lo hanno sottoposto è stato duro, e non lasciava spazio a soluzioni diverse. Ma nemmeno la sua determinazione di fronte alle domande e accuse dei carcerieri. Guardia del corpo, spia, collaboratore degli americani. Il biglietto staccato pochi mesi prima per andare a lavorare in Irak è ormai diventato un biglietto senza ritorno. Sono gli ultimi metri di Fabrizio, gli ultimi istanti di vita. Lo fanno inginocchiare. Lui non trema, non piange, non grida. C’è quella benda sugli occhi, ma lui non la sopporta. Chiede: ­Posso togliere?». Uno dei quattro rapitori, il capo, risponde al volo, seccamente: ­No». È evidente, parla e capisce l’italiano. Trascorre ancora qualche istante. Quattrocchi insiste: ­Posso togliere...». Però stavolta non ha voglia di aspettare la risposta. E li incalza col tono della sfida: ­...così vi faccio vedere come muore un italiano!». Allora il capo del gruppo si avvicina con una pistola, gliela punta alla fronte. Spara. Un colpo. Fabrizio crolla a terra. I quattro rapitori gridano insieme: ­Allah u akbar». Dio è grande. Poi gettano il corpo nella fossa e cominciano a riempirla di terra. Fine.

A sei mesi dall’avvio della rogatoria internazionale, la Procura della Repubblica di Roma ha ottenuto il video originale dell’esecuzione di Fabrizio Quattrocchi dall’emittente Al Jazira, che ha sede in Qatar. Il network arabo non aveva mai diffuso la sequenza a causa della eccessiva efferatezza delle immagini. Adesso i pubblici ministeri Franco Ionta, Pietro Saviotti ed Erminio Amelio, che sono titolari dell’inchiesta giudiziaria sul rapimento di Fabrizio Quattrocchi, Salvatore Stefio, Umberto Cupertino e Maurizio Agliana, hanno affidato il filmato di Al Jazira ai carabinieri del Ros che dovranno tentare di ricavarne il maggior numero di elementi utili per l’inchiesta. Particolare rilevanza viene data al fatto che il capo del gruppo dei rapitori parlava italiano. Ma a parte questo sarà difficile che i carabinieri riescano a risalire all’identità dei componenti del comando, che nelle immagini appaiono a volto coperto. Il sospetto che dietro il rapimento dei quattro addetti alla sicurezza ci fosse una regia ­italiana» era emerso più volte, sia durante il sequestro che dopo la sua conclusione. In particolare, si era ipotizzato che la puntuale gestione anche mediatica dei tre ostaggi fosse decisa da qualche ex gerarca o funzionario del regime di Saddam, che prima della guerra aveva avuto contatti con le imprese italiane che lavoravano in Iraq e dunque conosceva molto bene i meccanismi che regolano l’informazione e il sistema politico del nostro paese."