La
XXVI edizione del Meeting di Rimini ha descritto la libertà non solo come
diritto civile, ma quale capacità originaria dell’uomo di riconoscere il vero e
di aderirvi.
Che l’uomo sia libero è un dato dell’esperienza, ma - nel contempo - è una sfida, perché oggi più forte che mai è la tentazione di negare la libertà, archiviando come oscurantiste le idee che la sostengono.
La crescente partecipazione al Meeting - quest’anno più di centocinquanta incontri, sedici mostre, quindici spettacoli - dimostra, invece, quanto sia viva e capace di apertura l’esperienza cristiana.
Il Meeting ha testimoniato che è vivissima, nella realtà, la percezione di un ordine non posto da noi; che è vivissima la presenza di uomini, credenti e non credenti, che - affermando questo - si sentono liberi e difendono appassionatamente la libertà di tutti; che è acuta l’esigenza di un’opera continua di educazione, genialmente avviata da don Giussani.
È vivissima, in definitiva, l’esigenza - soprattutto dei giovani, come dimostrato anche nella giornata della gioventù di Colonia - di imparare a usare la ragione, senza inutilmente opporla alla fede.
Così il titolo della prossima edizione del Meeting per l’amicizia fra i popoli sarà: “La ragione è esigenza di infinito e culmina nel sospiro e nel presentimento che questo infinito si manifesti”.
Nella prosecuzione del cammino della nostra manifestazione è certamente di grandissimo conforto e incoraggiamento il saluto che, proprio ieri, il Papa - nell’udienza concessa ai responsabili di Comunione e Liberazione - ha voluto rivolgere a tutto il popolo del Meeting, che di cuore lo ringrazia, con sempre più grande decisione a seguirlo e a servirlo.