Venezia,
15 giu. (Adnkronos)- Il nuovo assessore ai flussi migratori della Regione Veneto
saluta, dalle pagine telematiche del giornale , "I Venti nel mondo" i
suoi corregionali all'estero. Se il Veneto è una regione che, suo malgrado, ha
dato molto al fenomeno migratorio nazionale nel corso degli ultimi due secoli,
la Regione del Veneto ha ora il compito di trasformare questo grande esodo in
una risorsa, sia per chi è rimasto, sia per chi ha saputo, in ogni angolo del
pianeta, tenere alto il nome della propria terra d'origine. E' con questa
convinzione - ha affermato il nuovo Assessore regionale ai flussi migratori
Raffaele Zanon - che mi accingo ad affrontare con entusiasmo il prossimo
quinquennio di assessore responsabile per i Veneti all'estero.
Negli ultimi anni la Giunta regionale, di cui io stesso ho fatto parte - ha proseguito l'Assessore -, è riuscita a proporre una politica d'avanguardia nel settore dell'emigrazione, rappresentando un modello per molte altre Regioni italiane. Ci siamo lasciati alle spalle i vecchi stereotipi che vedevano la pubblica amministrazione rapportarsi con le nostre comunità all'estero come se fossero entità avulse dal Veneto, bisognose solo di qualche saltuaria presenza che solleticasse i sentimenti di nostalgia e il senso di appartenenza alla patria lontana. Oggi noi consideriamo i veneti nel mondo, emigrati e loro discendenti, come nostri corregionali a tutti gli effetti. E debbo dire - ha osservato l'Assessore Zanon - che questa consapevolezza mi deriva anche dalla lunga frequentazione e dall'amicizia che mi lega all'Onorevole Mirko Tremaglia, con il quale condivido non solo una conoscenza profonda della condizione degli italiani che vivono all'estero, ma anche la convinzione che nelle numerose iniziative da lui avviate per garantire la conquista dei diritti fondamentali a favore di questi nostri connazionali sparsi nel mondo, ci si debba impegnare anche al livello istituzionale regionale. Inoltre ho avuto la fortuna di conoscere numerose persone che appartengono a famiglie di emigrati o che sono ritornate al paese d'origine dopo un'esperienza di lavoro all'estero. Grazie a questi contatti ho arricchito il mio bagaglio personale di informazioni e ho imparato a capire quali siano i loro veri bisogni e cosa si aspettino dai governi nazionali e regionali. Innanzi tutto debbono essere valorizzate quelle potenzialità che già hanno dimostrato di possedere nei paesi d'adozione, in termini di reciprocità di interessi tra loro e la regione d'origine. In altre parole, è necessario sviluppare nuove opportunità di scambio e di collaborazione tra il Veneto e le altre regioni del mondo, usufruendo della presenza in queste realtà di nostri corregionali, che hanno saputo ottenere successi in tutti i campi: da quello economico a quello culturale, da quello imprenditoriale a quello scientifico. In questo senso, la Regione deve attivare quegli strumenti che, coinvolgendo soprattutto i giovani oriundi, consentano di abbattere le distanze esistite sino ad ora. Mi riferisco agli interventi di formazione e di qualificazione professionale, agli stage presso aziende e università, alle iniziative che favoriscano la conoscenza del Veneto e l'acquisizione della propria identità d'origine. Non escludo, poi, che questo sistema di relazioni, in aggiunta alla forte attrazione che un Veneto in costante crescita già da solo esercita, possa produrre anche una sorta di "migrazione di ritorno", che tanto utile potrebbe rivelarsi per i nostri settori produttivi e non solo. Ma delle specifiche attività da realizzare in futuro, avremo occasione di parlarne più approfonditamente nei prossimi mesi. Ho voluto, intanto, con questo breve saluto - ha concluso l'Assessore -, far capire in quale considerazione io tenga il ruolo che mi è stato affidato e come intenda svolgerlo soprattutto nel rapporto con quelli che sono i veri protagonisti della nostra azione: i Veneti nel Mondo.