Tangentopoli fu un colpo di stato

di Ferdinando Cionti da Il Tempo di Roma

Nel suo ultimo libro, Per carità di patria, Cossiga afferma: "Non credo, infatti, alla vulgata che identifica Tangentopoli in una moderna 'rivoluzione istituzionale' (la definizione è dell'Economist). Piuttosto credo che si sia trattato di un 'colpo di stato' legale". Ma un colpo di Stato "legale" è una contraddizione in termini. Un colpo di stato è, per definizione, una illegale presa del potere. Se, invece, questa avviene mediante un legale esercizio di poteri legittimi, non può trattarsi di colpo di stato. Ed in effetti Cossiga spiega "Nel senso che un ordine autonomo dello stato, indipendente ma non sovrano, ha surrogato il potere sovrano del Parlamento, ha prevaricato altri poteri, ha modificato gli equilibri della vita politica democratica, decretato la morte di partiti storici, usando come arma di giudizio storico e politico l'indagine giudiziaria".

Insomma la magistratura ha surrogato il potere sovrano del Parlamento e prevaricato gli altri poteri dello stato, cioè ha preso il potere supremo non suo, con l' "arma" dell'indagine giudiziaria snaturata. E già per questo è evidente che il colpo di stato è stato tutt'altro che legale. Per di più Cossiga non si limita ad un'affermazione generica, ma precisa i modi in cui l'indagine giudiziaria è stata snaturata ed usata come "arma": "Al di là della valutazione simpatetica per la funzione moralizzatrice di Mani Pulite, anche lo storico Paul Ginsborg nella sua Storia d'Italia 1943-1996 è costretto a sottolineare gli elementi di giustizia sommaria e le violazioni delle libertà civili che hanno segnato le tappe fondamentali di Tangentopoli". "Errori imperdonabili, l'impossibilità di esercitare fino in fondo il diritto alla difesa, il segreto istruttorio calpestato in diretta tv, l'avviso di garanzia in funzione di gogna mediatica, la custodia cautelare come strumento coercitivo per indurre alla confessione".

Tutti mezzi, in particolare l'ultimo, manifestamente illegali, con i quali "Nei 25 mesi che vanno dall'arresto di Mario Chiesa alla vittoria elettorale di Berlusconi i magistrati di Milano arrestano 4525 persone, mandano 24.400 avvisi di garanzia, inquisiscono 1069 parlamentari ed uomini politici. Una vera e propria crociata che lascia sul campo, oltre a un'alta percentuale di assoluzioni, ben 10 suicidi, 10 protagonisti della vita economica e politica del paese schiacciati dalla macchina inquisitoria". Né il fatto che la violenza illegale della carcerazione per indurre alla confessione non sia stata esercitata personalmente e direttamente dai magistrati, ma sia stata ordinata alla polizia giudiziaria, cambia minimamente i termini della questione.

Neppure Pinochet è andato personalmente col mitra in mano a sparare ad Allende.