Sfascio etico a chi? Prodi faccia il piacere...

Aristofane 10/3/2005 

Il professore parla di sfascio etico e prende posizione sulle cosiddette "leggi ad personam", attaccando a testa bassa Berlusconi e il governo. E’ davvero singolare, visto che il primo ad avvalersi di un provvedimento "ad personam" è stato proprio Prodi quando rischiò di finire sotto processo per il caso "Cirio-Bertolli-De Rica con l’accusa di abuso d’ufficio (perché da presidente dell’Iri aveva svenduto – quasi regalato – il colosso alimentare alla Unilever, società della quale lo stesso Prodi era stato consulente, configurando così non solo l’abuso d’ufficio ma anche il conflitto d’interesse). Il Parlamento all’epoca modificò proprio quel reato, facendo in modo che l’udienza preliminare si concludesse con il non luogo a procedere grazie alla modifica del reato. Prodi, poi, ebbe la copertura del capo dello Stato, Oscar Luigi Scalfaro, dal quale si recò in lacrime dopo aver subito un pesante interrogatorio da parte dell’allora pm Di Pietro, che voleva sapere di presunti finanziamenti alla Dc.

Il risultato dell’unico intervento garantista del presidente Scalfaro fu emblematico: il professore venne sottratto dalle grinfie della magistratura, (cioè da quelle di Di Pietro), che qualche anno più tardi incassò la cambiale diventando ministro dei Lavori pubblici proprio nel governo Prodi. Sentire parlare di etica da uno che, da presidente dell’Iri, ha fatto a pezzi il patrimonio dello Stato, regalandolo o tentando di farlo, per cercare di soddisfare i suoi più cari amici (per esempio De Benedetti) è davvero paradossale. Prodi è stato – e rimane – un burocrate legato a doppio filo con i poteri forti e con certi partiti, che ha cercato di assecondare in ogni modo. E’ uno che la moralità l’ha sempre messa sotto i piedi e da lui non si può accettare alcun tipo di lezione.

Da "Il Giulivo"