Quei dissidenti

Pubblichiamo la lettera che Roberto Anedda ha inviato al Corriere della Sera il 10 aprile scorso

I morti non dissentonoCaro Mieli, a Cuba tre giornalisti sono stati condannati a 20 anni di carcere perché "dissidenti"; tra di essi anche Carlos Rivero, noto poeta e scrittore e sicuramente non un estremista filoamericano. Altri dissidenti hanno subito pene dai 18 ai 25 anni di carcere; il regime cubano ha soppresso la Commissione cubana di diritti umani e riconciliazione nazionale; almeno altri 80 dissidenti sono stati arrestati nel corso della peggiore "ondata repressiva" perpetrata a Cuba negli ultimi decenni. Attendo ora con fiducia la certa e accalorata levata di scudi da parte di tutto il giornalismo italiano, compresi coloro che fino a oggi hanno gridato il loro sdegno contro il Bush liberticida e antidemocratico. Attendo che le élite culturali italiche si scaglino senza riserve e fino allo sfinimento contro il regime di Fidel Castro, a partire dal Nobel Dario Fo che in tv denuncia gli Usa per i prigionieri talebani a Guantanamo. Attendo con speranza l' apparire di bandiere inneggianti a Cuba libera sui balconi che già espongono il vessillo della pace. Attendo il moltiplicarsi di manifestazioni e proteste in tutte le piazze contro la dittatura castrista. Attendo che Pietro Ingrao rilasci un' altra intervista esortando il popolo cubano a resistere all' oppressore Fidel Castro. Attendo che Fausto Bertinotti e Sandro Curzi spieghino la natura dittatoriale del comunista Castro con la stessa tenacia che usano contro il "neoimperialismo" di Bush e i dittatori filo Usa come Pinochet. Attendo immediate interrogazioni parlamentari e molteplici mozioni del prolifico centrosinistra a favore delle violazioni del diritto internazionale a Cuba. Attendo. Roberto Anedda