Il comandante Giovanni Padoan "Vanni", 92 anni, e don Redento Bello
"Candido", 88 primavere, hanno atteso più di mezzo secolo per
abbracciarsi, per trovare la forza di chiedere l'uno, e concedere l'altro, un
perdono che fa epoca. Davanti alle malghe maledette dove gli osovani furono
barbaramente trucidati il 7 febbraio 1945, commosso, Vanni si è scusato con gli
eredi delle vittime "di un crimine di guerra che esclude ogni
possibilità di giustificazione". La colpa fu "della
Federazione del Pci di Udine, i cui dirigenti si resero complici del barbaro
misfatto. Quest'ammissione si doveva fare già al processo di Lucca, ma la
Guerra Fredda non lo permise". La versione ufficiale del Pci e dei
partigiani garibaldini rimase così quella della punizione di un gruppo di
osovani colpevoli di tradimento per i loro contatti con i fascisti della "X
Mas" e i servizi segreti dell'Ovra in funzione della costruzione di un
fronte anticomunista e antislavo. Solo oggi la verità riaffiora. Vanni, in
realtà, dal '66 ammette che Mario Toffanin "Giacca", comandante del
massacro, era un malfattore sanguinario: e nell'ultimo decennio, complici
ricerche inesauste e libri le cui uscite si infittiscono al passare degli anni,
ha dovuto riconoscere le responsabilità del Pci. "È stato un processo
doloroso" dice: ma per lui la liberazione arriva solo adesso. Prima dell'abbraccio
tra i partigiani delle due diverse brigate, all'epoca concorrenti, il
commissario politico della "Garibaldi" ha letto una dichiarazione che
"storicizza"- senza giustificarla- la vicenda. Questo è il testo
integrale letto la mattina del 23 agosto 2001, quaranta sei anni dopo.
"L'eccidio di Porzus e del Bosco Romagno, dove furono trucidati 20 partigiani osovani, è stato un crimine di guerra che esclude ogni giustificazione. E la Corte d'Assise di Lucca ha fatto giustizia condannando gli autori di tale misfatto. Benché il mandante di tale eccidio sia stato il Comando sloveno del IX Korpus, gli esecutori, però, erano gappisti dipendenti anche militarmente dalla Federazione del Pci di Udine, i cui dirigenti si resero complici del barbaro misfatto e siccome i Gap erano formazioni garibaldine, quale dirigente comunista d'allora e ultimo membro vivente del Comando Raggruppamento divisioni "Garibaldi-Friuli", assumo la responsabilità oggettiva a nome mio personale e di tutti coloro che concordano con questa posizione. E chiedo formalmente scusa e perdono agli eredi delle vittime del barbaro eccidio. Come affermò a suo tempo lo storico Marco Cesselli, questa dichiarazione l'avrebbe dovuta fare il Comando Raggruppamento divisioni "Garibaldi-Friuli" quando era in corso il processo di Lucca. Purtroppo, la situazione politica da guerra fredda non lo rese possibile".
Giovanni Padovan "Vanni" già commissario politico della divisione Garibaldi-Natisone