Padre Lincoln

Edoardo Pacelli - Rio de Janeiro, aprile 2003

Padre Lincoln nella chiesa di Nossa Senhora do Bom SucessoHo conosciuto Padre Lincoln sollecitato dai miei amici lombardi, innanzitutto da Attilio Maggi. I soci della Cooperativa La Rinascita di Salò, hanno espresso la volontà di aiutare questo giovane religioso con le più svariate iniziative e tutta la cittadina bresciana, lambita dal Lago di Garda, è mobilitata per tentare di alleviare i bisogni dei meno fortunati e i fedeli di padre Lincoln saranno i primi beneficiari delle loro iniziative.

Chi lo incontra per la prima volta, non riesce a immaginare che il giovane che gli sta di fronte sia un prete, poi, a mano a mano che si comincia a parlare ci si accorge, già dal viso che pare illuminarsi, che il ragazzo ha qualcosa di speciale, una forza interiore che lo spinge ad agire per fare del bene. Quando sono andato a trovarlo, la prima volta, pensavo che la sua parrocchia di Nossa Senhora do Bom Sucesso, fosse qualcosa di fatiscente, incastrata in una favela con la chiesa circondata di casupole. In realtà la Chiesa è grande e ariosa, con numerosi locali che possono essere adibiti a varie funzioni, dal salone per le feste (in Brasile molti ricevimenti nuziali si organizzano in locali che appartengono alla chiesa), ad altri nei quali condurre corsi e così via.   Padre Lincoln mi chiese se potevo accompagnarlo a visitare quelle che qui si chiamano "Cappelle". Gli risposi che ero lì per questo. Così siamo saliti sulla sua FIAT (ha scartato la mia macchina perchè macchina nuova e viso nuovo entrando in una favela può far pensare all'infiltrazione della polizia, con relativa accoglienza a fucilate) ed è cominciata la mia avventura. Durante il tragitto mi ha messo al corrente su come funzionava la sua attività di prete in prima linea, (per inciso, padre Lincoln insegna la sera in una Università). La parrocchia si trova in una zona relativamente tranquilla dato che la favela vicina è percorsa da una unica via senza sbocco, quindi senza possibilità di fuga. C'è inoltre la presenza di una industria di granito, fortemente vigilata e che occupa la maggioranza della popolazione della favela Il cantiere di San Michele Arcangelo stessa. La sua missione, però, consiste nell'accudire le tre "filiali" della parrocchia sparse in una area che comprende una popolazione di centinaia di migliaia di persone (qui il censimento è molto precario ed i numeri esatti mal si conoscono) e che si trovano in aree molto più pericolose. Siamo quindi entrati nella favela chiamata "Mandela", completamente controllata da una fazione del traffico di droga, il "Comando Vermelho", che è spesso in guerra con bande rivali per il controllo del traffico e ancora più frequentemente con la polizia. La parola guerra non è un eufemismo, è proprio guerra. Qui questo parroco coraggioso sta costruendo una chiesa, che sarà dedicata a San Michele Arcangelo, con l'aiuto di qualche anima buona, ma la costruzione procede a singhiozzi. Il nuovo edificio, molto spazioso, dovrebbe permettere la esecuzione di corsi per la formazione professionale, per poter fornire ai giovani una via d'uscita al circolo vizioso della malavita.Il problema non è solo quello di regalare qualcosa, che è sempre utile, ma l'unica soluzione per i bambini ed i giovani delle favelas è quella di fornire loro una opportunità per mutare la vita. Nel frattempo i servizi religiosi sono svolti, una volta alla settimana, in una piccolissima chiesetta. 

I bambini di San Girolamo Epifani Siamo tornati sulla strada principale ed  abbiamo incrociato una macchina della polizia armata di tutto punto, con i fucili mitragliatori che sporgevano dai finestrini, e che cercavano chissà chi. Ci siamo quindi recati in un'altra favela, questa apparentemente più tranquilla, abitata da una popolazione di ceto medio, dove mi sono imbattuto nel nome di un santo per me nuovo (si impara di tutto in una favela!), San Girolamo Epifani, che dà il nome alla seconda "Cappella" di padre Lincoln. Qui ho potuto vedere dei giovani che stavano apprendendo chi il catechismo, chi alcune attività manuali, chi i canti di accompagnamento della Messa. Un particolare mi ha colpito l'attenzione: tutti sorridevano. Anche qui, padre Lincoln, sta cercando di ristrutturare un piccolo oratorio per dare una possibilità di incontro ai giovani. In questa occasione ho potuto apprezzare l'abilità amministrativa del giovane prete, nel gestire le piccole somme che riceve, aiutato da coetanei che svolgono le loro attività volontariamente e con molto senso di responsabilità.In questa favela l'intervento di padre Lincoln mostra quale può essere il risultato della evangelizzazione di questi luoghi, emarginati geograficamente, ma ben vivi e pulsanti alla ricerca, solamente, di una opzione, di una occasione, della possibilità di poter scegliere il proprio avvenire. Padre Lincoln ha portato in  questi luoghi, emarginati, forse, ma ben vivi e pulsanti, oltre alla parola divina, quella parola che si chiama speranza. Per questo, penso che meriti la fiducia dei nostri compatrioti bresciani e spero che lo aiutino a costruire il futuro di molti di questi ragazzi.

La chiesetta di São José Infine ci siamo recati presso l'ultima chiesetta della sua giurisdizione, la chiesa di São José, San Giuseppe, anche questa in fase di ampliamento, grazie alla generosità di una parrocchiana di origine portoghese che ha donato un suo pezzo di terreno per l'ampliamento. 

Quello che più mi ha impressionato in questo giovane è la sua forza d'animo che, in questo mondo materialista e edonistico, ha il coraggio di andare contro corrente animato da quella grande risorsa interiore che è la fede, non quella solo parlata, ma quella vissuta e dimostrata con l'esempio di vita. E la cosa assume un significato ancora più marcante, se si pensa che il momento più bello della sua vita è stato quello quando ha impartito il sacramento del battesimo ai suoi genitori che non erano cattolici.

Ben vengano, quindi, gli aiuti da Salò. Giustamente la Cooperativa promotrice dell'iniziativa di aiuto si chiama La Rinascita, ed è proprio una Rinascita quello che i soci vogliono offrire a chi non ha avuto l'occasione per uscire dalla miseria materiale e umana. Certamente non saranno aiuti mal utilizzati. E, ancora una volta, i lombardi stanno dimostrando il loro grande cuore e la loro fede nell'uomo.