Il governo Berlusconi ha ridotto il numero dei poveri di 1.042.000. Erano 7.828.000 nel 2001, sono diventati 6.786.000 nel 2003. E’ il calcolo che fa "Libero" riprendendo i dati statistici sulla povertà pubblicati ieri dall’Istat. Il giornale di Vittorio Feltri ricorda la performance dell’Ulivo sulla stessa materia: nel 1997, primo anno governato interamente dal centrosinistra, i poveri erano 7.427.000. Questo vuol dire che i governi di Romano Prodi, Massimo D'Alema e Giuliano Amato hanno visto il numero dei poveri aumentare di 400mila unità. I dati Istat riportano che la povertà nel 2003 ha raggiunto il 10,6% delle famiglie italiane, contro 1'11% del 2002.
Il sottosegretario al welfare Maurizio Sacconi ha dichiarato che "i dati Istat, gli unici scientificamente testati in coerenza con le metodologie europee, descrivono, a proposito della poverta' relativa, un paese ben diverso da quello denunciato dalla nostra opposizione di sinistra-centro. In particolare, scende la percentuale di famiglie povere sia sul totale delle famiglie sia sul totale dell'intera popolazione. Scende soprattutto, in modo inequivoco e di ben 5 punti, la poverta' delle famiglie numerose con cinque o piu' componenti nell'Italia centrale e migliora al Sud la situazione dei nuclei con anziani. Ma una cosa e' certa: parlare, come fa la nostra sinistra, di impoverimento generalizzato non aiuta a concentrare su coloro che ne hanno effettivamente diritto e bisogno le doverose politiche pubbliche".