Norberto Lombardi e i "Balilla Boys"

Carta di Bruno Zoratto

Lombardi_boysNon comprendo lo stupore esternato da Norberto Lombardi in una nota di colore pubblicata da News Italia Press il 22 maggio dal titolo: "Sul voto all’estero far parlare i fatti".

Se in tutto il firmamento che gravita attorno alla nostra emigrazione vi è qualcuno che dovrebbe tenere la bocca chiusa, questo è proprio l’ex responsabile dell’Ufficio italiani all’estero dei DS. Non è esagerato dichiarare che, quando il centro-sinistra aveva una maggioranza e governava il paese non si è mai sognato, nonostante le promesse, di disciplinare le proprie forze in campo a far accogliere la legge ordinaria che la maggioranza di centro-destra, mantenendo fede agli impegni presi solennemente dal Ministro Tremaglia al CGIE, ha fatto approvare in Parlamento il 20 dicembre del 2001.

Quindi, per uno che è di parte come il sottoscritto, affermare su questo importantissimo problema che il centro-destra ha fatto quello che il centro-sinistra non ha saputo o non ha voluto fare è la sacrosanta verità.

Se poi vogliamo fare i pignoli ed andiamo a guardare come i vari gruppi politici al Senato hanno votato in quella occasione (su 65 senatori dei DS, 39 erano assenti - ripeto: 39 erano gli assenti!), converrebbe quindi all’amico Norberto stare zitto per evitare un’ennesima brutta figura. Quando egli tratta il problema non deve fare il sornione come a Toronto, quando, assieme a qualche parlamentare cercava di trasmettere una sua "verità" sull’esercizio del voto all’estero che altri sul posto hanno prontamente contestato.

Ora, il "professore molisano" si attorciglia scomodando persino i soliti "Balilla Boys" per rimproverare al Ministro per gli Italiani nel Mondo di aver fatto una "estemporanea proposta", dichiarando di studiare l’opportunità di far votare in anticipo gli italiani all’estero e così riempire il vuoto di dodici deputati che ancora mancano al Quorum della Camera dei Deputati.

Proposta a nostro avviso giusta, legittima e sensata che ha persino un fondamento giuridico e che, per chi opera in emigrazione, merita un approfondimento.

Il responsabile del FORO, prima di esternare inutilmente, avrebbe, a mio modesto parere, dovuto informarsi meglio su come il problema viene giudicato da autorevoli parlamentari dei DS che, numerosi, sostengono di condividere la proposta di Tremaglia.

Al già responsabile dei DS per gli italiani nel mondo - che attualmente sembra essere diventato un vulcano in eruzione, ma che durante il Governo di centro-sinistra sembrava fosse andato in letargo – chiediamo come mai l’Ulivo non è stato capace di far arrivare in Patria la bambina italiana internata da due anni nell’Ambasciata di Algeri?

È grazie alla volontà politica determinante di questo Governo che verranno assunti i 350 contrattisti per "bonificare l’anagrafe" nei consolati, ed evitare così in parte quelle code vergognose, scandalose ed assurde che esistono da anni, ma che da poco preoccupano Norberto.

Si potrebbe continuare, come ad esempio, con la Giornata del sacrificio e del lavoro italiano nel mondo, istituzionalizzata per il prossimo 8 agosto, anniversario della tragedia di Marcinelle. Perché tale giornata non è stata istituita quando nel Palazzo c’erano i cosiddetti "amici dei lavoratori"?

Cosa significa affermare che il Ministro Tremaglia civetta con la Carrà e con Bruno Vespa nei talk shows televisivi? Se Tremaglia "civetta" cosa hanno fatto i compagni di Norberto (alla Morrione, tanto per non fare nomi) che per un quarantennio hanno "monopolizzato" l’ente pubblico, "censurando" ogni notizia diretta o indiretta sugli italiani all’estero e sulla nostra emigrazione?

Forse Lombardi è infastidito dalle tante "piccole cose" che in pochi mesi con la volontà di ferro di qualcuno e con la solidarietà di tanti si è riusciti a fare. Tante altre cose, troppe forse, rimangono ancora da fare e non basterà certamente far rivivere demagogicamente i "Balilla Boys" per seppellire quella unitarietà necessaria alla loro definitiva soluzione.

Di questo il compagno Norberto ne deve essere consapevole, se non vuole che gli si venga rimproverato di essere in malafede.