Milano. Il segretario generale dell’Onu, Kofi Annan, è stato
costretto a scaricare suo figlio Kojo dopo che una giornalista del New York Sun,
Claudia Rosett, ha scoperto le mani di Kojo Annan nella marmellata del più
grande scandalo di corruzione della storia delle istituzioni internazionali. Il
figlio di Annan è stato a libro paga della Cotecna fino al 26 febbraio del 2004,
tre mesi dopo la scadenza del contratto tra la società svizzera e le Nazioni
Unite per monitorare il corretto funzionamento di Oil for Food. Il programma Onu
consentiva a Saddam di vendere il petrolio (oil), allora sotto embargo, per
comprare il cibo (food) necessario a sfamare i bambini iracheni. I fondi erano
gestiti dall’Onu, attraverso il braccio destro di Annan, Benon Sevan. Nei sette
anni di attività del programma sono spariti, secondo l’ultima stima, oltre 20
miliardi di dollari, utilizzati da Saddam per far ripartire i programmi di
riarmo, per finanziare il terrorismo kamikaze e per comprarsi il consenso dei
funzionari dell’Onu e di politici dei paesi amici, soprattutto
Francia e Russia,
al Consiglio di sicurezza. Compito della Cotecna era quello di controllare che
non ci fosse corruzione nel programma, ma non s’è accorta che politici e
imprenditori di mezzo mondo venivano corrotti e che il ricavo della vendita del
petrolio non portava cibo ai bambini, ma armi e nuovi palazzi per il dittatore.
Annan aveva detto che suo figlio non era più in rapporti con la società svizzera
dal 1998, prima del contratto Onu vinto da Cotecna. “Naturalmente sono molto
dispiaciuto e sorpreso – ha detto Annan quando l’avvocato di suo figlio ha
ammesso i pagamenti mensili ricevuti negli ultimi 5 anni – Non sapevo che il
rapporto fosse andato avanti”. Su Oil for Food stanno indagando due diverse
commissioni del Congresso Usa, i controllori dei conti americani, una
commissione dell’Onu guidata dall’ex capo della Federal Reserve Paul Volcker e,
infine, la procura di New York. Si fa strada, intanto, il filone francese dello
scandalo, e non solo per la presenza nella lista dei beneficiari di Saddam dell’ex
ministro dell’Interno Charles Pasqua. Ieri l’ex procuratore francese Eva Jolie
ha svelato a Fox News che le sue indagini sul coinvolgimento di
Jacques Chirac
sono state fermate “dall’immunità” di cui gode il presidente.