Dopo le foto dei prigionieri torturati la foto della decapitazione dell'ostaggio Americano. Sembra una sequenza organizzata dalla "mano invisibile" di un grande equilibratore. Lo scandalo e l'orrore anti-americano si contrappongono allo scandalo e all'orrore anti-jihad. Uno a uno palla al centro. Sergio Romano sul Corriere rifiuta la "contabilità dell'orrore" e la denuncia come un altro orrore. Siamo appena all'inizio di quella che sarà una saga multi-generazionale d'orrori: dopo la prima provocazione, la prima reazione e via di seguito fino a quando fra qualche decina d'anni si perderanno il conto e la memoria e si continuerà il dialogo d'orrori e schifezze. Un po' di torture, un po' d'ammazzamenti, un po' di bombe, un po' di dinamite. Come le infinite saghe siciliane, irlandesi, basche. Magari con una ragionevole "escalation" di morti e di efferatezza. Occhio per occhio, due occhi per occhio, tre occhi per due occhi. I giornali che pubblicheranno gli orrori degli Americani saranno accusati di antiamericanismo peloso quelli invece che pubblicheranno le foto degli ammazzamenti jihadisti saranno accusati di settarismo antislamico. I filo-Americani si giustificheranno con la provocazione delle Torri Gemelle e i filo-Jihad con l'oppressione imperialista Americana. Ognuno gonfio e orgoglioso del suo untuoso moralismo giustizialista. Questa la struttura del dialogo per molti anni a venire. Per risolvere il problema si puo' procedere in due modi: un accordo per non pubblicare nulla, o un accordo per pubblicare tutto. Il primo è impossibile perché ci sarà sempre qualcuno che per denaro, per tentazione settaria o per furbizia giornalara pubblicherà. La seconda opzione è quindi l'unica praticabile: pubblicare tutto. Decapitazioni, torture, umiliazioni, massacri, corpi smembrati, cadaveri ammucchiati, fosse comuni, sventramenti, estrazioni dei bulbi oculari, taglio delle mani, dei piedi, delle orecchie, dei genitali e quant'altro di tagliabile disponibile, cadaveri appesi, bruciati, impiccati scalcianti ecc...no limits. Qualche giornale pubblicherà, qualche giornale non pubblicherà: i direttori sceglieranno secondo le loro strategie editoriali e secondo i dettati ideologici ed etici dei relativi sponsor o padroni. I lettori sceglieranno secondo i loro gusti e le loro inclinazioni. Insomma la più ampia interpretazione della libertà d'informazione. Una cosa sarebbe anche importante stabilire: nessuno è autorizzato ad ergersi maestro o giudice: la contabilità dell'orrore è un altro orrore, ma la petulanza dei moralizzatori autonominati che stabiliscono, settariamente, quale orrore e quale schifezza settaria sia pubblicabile e quale no è ancora più indisponente.