Cari italiani e care italiane,
domani
è un giorno di festa, il giorno della Repubblica. Vi auguro di trascorrerlo in
letizia, con i vostri famigliari. Dedicate la giornata ai figli, ai nipoti.
Aiutateli a conoscere più a fondo la nostra Italia, la sua storia, le sue
tradizioni, e a sentirne l'orgoglio. Questi sentimenti, questi impulsi li
accompagneranno, li sosterranno durante una vita che avrà come scenario non
solo l'Italia ma l'Europa; quella Europa che vogliamo costruire come comunità
di valori, di passioni, di esperienze condivise. Cari giovani, questa sarà la
vostra esistenza: preparatevi ad essa con la conoscenza delle lingue, viaggiando,
operando insieme agli altri ragazzi e ragazze d'Europa. L'Italia si appresta ad
essere, per sei mesi, capitale d'Europa, in un momento decisivo nella storia dei
nostri popoli. Servirà lungimiranza, visione, coraggio e capacità di decidere,
per scrivere quel trattato costituzionale che dia agli europei la cittadinanza
più vasta alla quale essi aspirano, e le istituzioni che valgano ad esercitarla
con efficacia. A tal fine, il principio del voto a maggioranza dovrà essere
sempre più esteso. Al tempo stesso affinché l'Europa abbia successo, dovremo
sviluppare una pubblica opinione europea che nasca, appunto, da esperienze
vissute insieme. Ad esempio, perché non pensare ad un sistema di servizio
civile integrato tra i Paesi dell'Unione, che consenta ai giovani di servire la
"res publica" nelle diversificate realtà degli Stati Europei? Si
possono ipotizzare altre iniziative: l'importante è suscitare una consuetudine
di vita comune tra i popoli e tra i cittadini. Alla costruzione giuridica, alla
Costituzione europea, devono corrispondere le esperienze dei singoli,
soprattutto dei giovani. Questo ideale di fratellanza europea era quello dei
patrioti italiani del Risorgimento - Mazzini, Cavour, Garibaldi, D'Azeglio - ai
quali ancora oggi va la nostra riconoscenza. Care italiane, cari italiani, nel
corso della mia generazione, la vita degli italiani è molto cambiata ed è
cambiata in meglio. L'Italia è più unita di quanto non appaia. Sto visitandola
tutta, in lungo e in largo. Trovo ovunque, nelle città di provincia come nei
comuni più piccoli, cittadini desiderosi di serenità e di concordia tra le
parti politiche e sociali. Gli italiani vogliono che i loro rappresentanti
sappiano confrontarsi con un dialogo costruttivo, lavorare insieme per il bene
comune, per un vero progresso economico e civile, nella sicurezza, che è
libertà, è democrazia. Per questo motivo è così vasto il consenso per i
nostri soldati che servono la Patria e che operano nel mondo per la pace tra i
popoli. Per questo domattina ripeteremo tutti insieme Viva L'Italia.
Roma, 1° giugno 2003