ROMA.
In passato, quando una catastrofe investiva il Paese o una sciagura colpiva
degli italiani, era di prammatica, dopo i primi momenti di dolore e di cordoglio,
la rituale polemica sull’inefficienza dei soccorsi e la latitanza delle
Istituzioni. Questa volta, però, - anche se rimane il dolore per la catastrofe
che ha colpito il Sud Est asiatico e per la morte dei nostri connazionali che si
erano recato in vacanza in quei Paesi - il corollario delle politiche è stato
risparmiato all’opinione pubblica e all’intero Paese. Le Istituzioni, infatti,
questa volta hanno funzionato. Di più e di meglio, in simili circostanze, era
onestamente difficile fare. La Farnesina, il Viminale, la Protezione Civile
hanno reagito con una tempestività e un’efficienza che hanno stupito anche non
pochi stranieri. Anche ieri, comunque, alla Farnesina si è lavorato a pieno
ritmo per verificare le mille informazioni, anche contraddittorie, che
riguardano gli italiani bloccati o feriti o dispersi nelle zone disastrate dal
terremoto. Il ministro degli Esteri Gianfranco Fini, che praticamente non si è
mosso negli ultimi giorni dal suo ufficio al quinto piano del ministero, ha
comunque comunicato che sono state tutte identificate le 11 vittime italiane in
Thailandia. Fini ha però precisato che «l' identità non è stata resa nota perchè
non si conosce ancora la provenienza delle vittime». Conosciamo i nominativi
delle vittime italiane, ha detto il ministro, ma «non riusciamo a contattare una
famiglia, per questo non diamo i nominativi. Due sono bolognesi e sono un'
antica conoscenza». Il ministro degli Esteri ha poi reso noto che non si hanno
«ancora le autorizzazioni per il rientro delle undici salme italiane dalla
Thailandia». «Non ho dubbi che arriveranno», ha aggiunto, sottolineando che, di
fronte all'entità della catastrofe, l'Unione Europea ha chiesto alle autorità di
tutti i Paesi interessati di «rispettare i cadaveri». Il riferimento è a quanto
sta già avvenendo in Stati come lo Sri Lanka, dove si è cominciato a bruciare i
corpi delle migliaia di vittime del maremoto. A metà della mattinata di ieri,
verso le 11, è arrivato alla Farnesina anche il capo della Protezione Civile,
Guido Bertolaso, per incontrarsi appunto con Fini. È comunque da sottolineare
che ieri i centralini dell'Unità di crisi sono stati meno intasati rispetto ai
giorni precedenti ma il personale ha continuato ad essere impegnato nelle
verifiche tra cui quella secondo cui ci sarebbero due italiani morti tra i circa
800 cadaveri ritrovati nell'hotel Sofitel di Phuket. Sono comunque tre le
priorità definite dal ministro degli Esteri, Gianfranco Fini, a seguito della
riunione dell'unità di crisi svoltasi ieri alla Farnesina. «In primo luogo - ha
detto Fini - dobbiamo rintracciare i connazionali feriti e ricoverati negli
ospedali delle zone colpite. Per facilitare le operazioni e l'assistenza verrà
anche inviato personale medico e paramedico in Thailandia e Sri Lanka». La
seconda priorità è «il rientro delle salme dei connazionali deceduti e la loro
identificazione: per dare un'idea della situazione —ha aggiunto Fini— a Phuket
vi sono centinaia di salme di occidentali privi di documenti e la Presidenza
dell'Unione europea ha chiesto alla Thailandia di consentire ai paesi
interessati di farsi carico del rientro dei propri connazionali». Su questo
aspetto il ministro degli Esteri ha aggiunto che «ai fini dell'identificazione
dei corpi invieremo un team di specialisti per agevolare il riconoscimento». Per
la Farnesina la terza priorità consiste nel «favorire la concentrazione dei
nostri connazionali in precisi punti di evacuazione». Dopo aver ricordato lo
stato disastroso dei collegamenti e delle comunicazioni, soprattutto nello Sri
Lanka, Fini ha detto che per tentare di ovviare al problema «invieremo a Colombo
un Canadair e un velivolo delle Forze Armate, il Medevac, attrezzato con
strumenti sanitari». .
L’elenco dei paesi colpiti: Indonesia, Malesia, Thailandia, Malesia, India, Sri Lanka, Maldive
I numeri d'emergenza del Ministero degli Esteri Per informazioni aggiornate sulla situazione in Asia Meridionale sono a disposizione i numeri 0636225, 0636915551, 0636915552