Sono
stati sbloccati i sei giornalisti italiani assediati da martedì a Betlemme nel
convento dei francescani adiacente alla Basilica della Natività. Sono ripartiti
alla volta di Gerusalemme a bordo delle due auto messe a disposizione dal
Consolato generale d'Italia. I cinque giornalisti italiani e uno armeno sono
usciti scortati da un convoglio di auto blindate, due italiane ma anche altre
inglesi e americane assieme a mezzi blindati israeliani.
''Stiamo bene, siamo per strada, ma ci siamo lasciati alle spalle frati, suore e 200 sventurati palestinesi''. E' il racconto di Luciano Gulli, collegatosi in diretta telefonica con ''Studio Aperto'' su Italia Uno, che ha precisato che le due automobili blindate mandate dal consolato sono arrivate davanti all'Ostello dei francescani alle 6,30 in punto. ''Abbiamo percorso un pezzo di Betlemme -ha continuato Gulli- siamo alla tomba di Rachele, la citta' e' spettrale, molta parte dell'illuminazione e' spenta, e' pieno di carri armati, di soldati armati appostati dietro gli angoli. Ci siamo fermati perche' stiamo aspettando un convoglio di americani ed inglesi e tra una decina di minuti potremmo essere al check point principale all'esterno di Bethlemme. Siamo tutti insieme''. I giornalisti che erano rimasti nella Basilica della Nativita' da ieri e che ora sono diretti a Gerusalemme sono l'inviato della Rai Marc Innaro, l'inviato del Gr Rai Ferdinando Pellegrini, l'operatore Rai Mauro Maurizi, l'inviato del Tg5 Toni Capuozzo con l'operatore romeno Gau Nal Bandia e l'inviato del ''Giornale'' Luciano Gulli. ''Siamo fiduciosi di giungere a buon fine'' sulla vicenda dei giornalisti italiani rimasti bloccati a Betlemme, aveva detto oggi il sottosegretario agli Esteri Alfredo Mantica, in apertura della riunione delle commissioni Esteri della Camera e del Senato per la crisi in Medio Oriente, aggiungendo che l'Italia ha chiesto l'evacuazione dei giornalisti su macchine blindate con targa diplomatica e non con i tank israeliani.
"Siamo usciti dal Convento attiguo alla Chiesa della Natività, ed ora il rischio è che scoppi la battaglia , che le forze armate israeliane tentino di entrare. C'è il rischio di una carneficina che possa coinvolgere anche i 30 frati il cui scopo di vita è attestare la propria fede, la voglia di pace": queste sono state le prime parole di Marc Innaro, corrispondente della Rai in Israele, pronunciate in una intervista al Tg3 . Il giornalista era rimasto con altri cinque colleghi per 24 ore "ospite" dei francescani a Betlemme. Dentro la Basilica , ha aggiunto Innaro, ci sono anche "gruppi che non vogliono arrendersi e questa è l'incognita delle prossime ore. Siamo tutti e sei in buone condizioni non siamo mai stati ostaggio e tra pochi minuti saremo a Gerusalemme".
Innaro ha raccontato il panorama apocalittico, l'enorme cumulo di macerie, di morti, di soldati, di carri armati ovunque che si è lasciato alle spalle. "È impressionante la dimostrazione di potenza esibita dall'esercito israeliano". Nella chiesa sono rimasti 200 miliziani palestinesi di tutte le fazioni, armati e decisi a resistere. Con loro ci sono anche civili, un farmacista e anche due ragazzini , poco più di 13/ 14 anni, che si sono trovati per caso in mezzo agli scontri e hanno pensato di trovare rifugio nella Chiesa . Non sanno più che fare, devono restare insieme a queste decine di combattenti che hanno visto nella Casa di Dio l'ultima speranza per salvare la propria vita. In una foresteria, separata ci sono 30 frati e altri religiosi, tra le quali alcune suore, . "È stata una separazione straziante - dice Innaro - Che fine faranno? Ci hanno detto di avvertire il mondo. Il rischio è che ci sia battaglia : ora è concreto il tentativo di entrare delle forze armate israeliane. C'è il rischio di una carneficina che possa coinvolgere i 30 frati e le suore il cui scopo di vita è testimoniare la propria fede, la speranza di pace". "Con i frati francescani - dice infine Innaro - siamo stati 24 ore. Hanno ospitato non solo noi, anche altri, creature come noi, creature di Dio che hanno diritto alla salvezza. Ma questi gruppi non vogliono arrendersi e questa è l'incognita delle prossime ore".
Dimostranti palestinesi e sostenitori della sinistra israeliana intanto si sono scontrati con la polizia dello Stato ebraico presso il checkpoint A-Ram a Nord di Gerusalemme. I dimostranti volevano superare il blocco per portare beni di prima necessita' a Ramallah. La polizia ha fatto ricorso ai lacrimogeni