Le promesse di Bassolino sepolte dal pattume

di Gennaro Sangiuliano da Libero del 27 giugno 2004

Il Governatore della Campania, Antonio BassolinoIl governatore campano, già sindaco di Napoli per 10 anni, aveva prospettato un Rinascimento per regione e città. Risultati: degrado, criminalità. E spazzatura La mondezza quando è di sinistra non puzza. Non è una battuta, bensì l'osservazione che sorge spontanea di fronte al silenzio mediatico che, ormai da tempo, circonda il caso Napoli. La terza città d'Italia, la capitale del Sud del Paese, oltre che un luogo conosciuto in tutto il mondo per la sua storia e la sua bellezza naturale, vive una condizione di mostruosità e degrado, unica in Europa, e nessuno ne parla. Non uno straccio d'inviato dei grandi giornali, non un'inchiesta.Certo, c'è la cronaca, su cui soprattutto le immagini della televisione relazionano bene. Ma è evidente che non basta, quello che accade non può essere spiegato nei tecnicismi dei fatti, occorrerebbe spingersi oltre, andare alle radici politiche e, forse, culturali di quanto sta avvenend o. Dopo più di dieci anni il presunto Rinascimento napoletano è naufragato nella spazzatura e non solo. L'emergenza rifiuti, purtroppo è solo un aspetto, il più eclatante nella sua visibilità, del degrado morale e civile che attanaglia Napoli. Le altre facce sono la criminalità diffusa, quella che ammazza per rubarti un motorino, oppure per uno sguardo di troppo ad una ragazza. Il degrado materiale di tutti i quartieri della città, la quasi totale assenza di servizi. E, poi, soprattutto lo scollamento civile di una città priva di una classe di- rigente e di una, sia pur minima, cultura della legalità. La cronaca è zeppa di fatti di fronte ai quali i commenti possono aggiungere ben p o c o. Non si esagera nell'affer- mare che, dopo Ferdinando IV di Borbone, Antonio Bassolino sia stato colui che nella storia di Napoli abbia disposto del più vasto potere, quasi assolutistico. Più di un decennio, scandito dal controllo, diretto e indiretto, del Comune, della Regione (fatta eccezione per la breve parentesi di Rastrelli), della Provincia e di una miriade di centri di potere collegati. Per oltre cinque anni Bassolino ha anche potuto contare sul favore dei governi dell'Ulivo e in una certa fase ha cumulato la carica di ministro del Welfare a quella di sindaco. Il governatore Bassolino, infine, è stato per alcuni anni il commissario straordinario, nominato da governo, per l'emergenza rifiuti. Gli effetti di questo dispotismo sono sotto gli occhi di tutti, dopo alcuni anni, ne va dato atto, in cui era parso che si potesse rompere la morsa del degrado, tutto è tornato nell'oblio più assoluto. Anzi, peggio. Napoli è ferma, in una perenne emergenza, senza progetti, stimoli, dove anche potare un ramo di un albero o coprire la buca di una strada diventa un problema. Quanto ai rifiuti, senza inoltrarsi nei rivoli della materia, la questione è molto semplice. La Regione Campania, oltre cinque milioni di abitanti, avrebbe dovuto realizzare da tempo i cosiddetti termovalorizzatori, quegli impianti che non solo smaltiscono i rifiuti, ma addirittura tre traggono energia.È quanto hanno fatto altre regioni d'Italia e d'Europa, avendo superato da decenni le discariche, sature e insalubri. Quello dei rifiuti, aspetto non di poco conto, è anche un grande affaire, sul quale sono stati investiti dal go- verno di Roma decine di miliardi di vecchie lire, dei cui destini si sa poco, e un mondo sul quale aleggiano gli interessi loschi delle ecomafie. Da queste cause si giunge alla cronaca di questi mesi: la gente non vuole più le discariche, fonti di malattie e di un pericoloso inquinamento ambientale, le altre regioni d'Italia non vogliono i rifiuti napoletani, di una provincia che non ha saputo dotarsi a tempo debito degli strumenti necessar i. Nei primi anni '70 Napoli conobbe l'onta del colera, la cultura e i media si fecero, a giusta ragione, portavoce di uno sdegno generalizzato che contribuì ad abbattere il potere democristiano e a portare al governo della città il Pci di Maurizio Valenzi. Per inciso, la sinistra è la parte politica che ha governato più a lungo nel dopoguer ra. Bisognerebbe domandarsi perché oggi la società civile nazionale non reagisca con lo stesso sdegno. Napoli è stata una grande capitale d'Europa. La città di una grande cultura, quella che si snoda da Federico II a Gianbattista Vico e a Benedetto Croce. Alcuni suoi cittadini si sono fatti e si stanno facendo onore in tutto il mondo. Non merita questo destino.