Il
governatore campano, già sindaco di Napoli per 10 anni, aveva prospettato un
Rinascimento per regione e città. Risultati: degrado, criminalità. E
spazzatura La mondezza quando è di sinistra non puzza. Non è una battuta,
bensì l'osservazione che sorge spontanea di fronte al silenzio mediatico che,
ormai da tempo, circonda il caso Napoli. La terza città d'Italia, la capitale
del Sud del Paese, oltre che un luogo conosciuto in tutto il mondo per la sua
storia e la sua bellezza naturale, vive una condizione di mostruosità e
degrado, unica in Europa, e nessuno ne parla. Non uno straccio d'inviato dei
grandi giornali, non un'inchiesta.Certo, c'è la cronaca, su cui soprattutto le
immagini della televisione relazionano bene. Ma è evidente che non basta,
quello che accade non può essere spiegato nei tecnicismi dei fatti,
occorrerebbe spingersi oltre, andare alle radici politiche e, forse, culturali
di quanto sta avvenend o. Dopo più di dieci anni il presunto Rinascimento
napoletano è naufragato nella spazzatura e non solo. L'emergenza rifiuti,
purtroppo è solo un aspetto, il più eclatante nella sua visibilità, del
degrado morale e civile che attanaglia Napoli. Le altre facce sono la
criminalità diffusa, quella che ammazza per rubarti un motorino, oppure per uno
sguardo di troppo ad una ragazza. Il degrado materiale di tutti i quartieri
della città, la quasi totale assenza di servizi. E, poi, soprattutto lo
scollamento civile di una città priva di una classe di- rigente e di una, sia
pur minima, cultura della legalità. La cronaca è zeppa di fatti di fronte ai
quali i commenti possono aggiungere ben p o c o. Non si esagera nell'affer- mare
che, dopo Ferdinando IV di Borbone, Antonio Bassolino sia stato colui che nella
storia di Napoli abbia disposto del più vasto potere, quasi assolutistico. Più
di un decennio, scandito dal controllo, diretto e indiretto, del Comune, della
Regione (fatta eccezione per la breve parentesi di Rastrelli), della Provincia e
di una miriade di centri di potere collegati. Per oltre cinque anni Bassolino ha
anche potuto contare sul favore dei governi dell'Ulivo e in una certa fase ha
cumulato la carica di ministro del Welfare a quella di sindaco. Il governatore
Bassolino, infine, è stato per alcuni anni il commissario straordinario,
nominato da governo, per l'emergenza rifiuti. Gli effetti di questo dispotismo
sono sotto gli occhi di tutti, dopo alcuni anni, ne va dato atto, in cui era
parso che si potesse rompere la morsa del degrado, tutto è tornato nell'oblio
più assoluto. Anzi, peggio. Napoli è ferma, in una perenne emergenza, senza
progetti, stimoli, dove anche potare un ramo di un albero o coprire la buca di
una strada diventa un problema. Quanto ai rifiuti, senza inoltrarsi nei rivoli
della materia, la questione è molto semplice. La Regione Campania, oltre cinque
milioni di abitanti, avrebbe dovuto realizzare da tempo i cosiddetti
termovalorizzatori, quegli impianti che non solo smaltiscono i rifiuti, ma
addirittura tre traggono energia.È quanto hanno fatto altre regioni d'Italia e
d'Europa, avendo superato da decenni le discariche, sature e insalubri. Quello
dei rifiuti, aspetto non di poco conto, è anche un grande affaire, sul quale
sono stati investiti dal go- verno di Roma decine di miliardi di vecchie lire,
dei cui destini si sa poco, e un mondo sul quale aleggiano gli interessi loschi
delle ecomafie. Da queste cause si giunge alla cronaca di questi mesi: la gente
non vuole più le discariche, fonti di malattie e di un pericoloso inquinamento
ambientale, le altre regioni d'Italia non vogliono i rifiuti napoletani, di una
provincia che non ha saputo dotarsi a tempo debito degli strumenti necessar i.
Nei primi anni '70 Napoli conobbe l'onta del colera, la cultura e i media si
fecero, a giusta ragione, portavoce di uno sdegno generalizzato che contribuì
ad abbattere il potere democristiano e a portare al governo della città il Pci
di Maurizio Valenzi. Per inciso, la sinistra è la parte politica che ha
governato più a lungo nel dopoguer ra. Bisognerebbe domandarsi perché oggi la
società civile nazionale non reagisca con lo stesso sdegno. Napoli è stata una
grande capitale d'Europa. La città di una grande cultura, quella che si snoda
da Federico II a Gianbattista Vico e a Benedetto Croce. Alcuni suoi cittadini si
sono fatti e si stanno facendo onore in tutto il mondo. Non merita questo
destino.