In
tutte le conversazioni che mio padre Bettino aveva con interlocutori che lo
andavano a trovare nel suo esilio Tunisino egli ha sempre sostenuto che gli
effetti della Falsa Rivoluzione Italiana si sarebbero fatti sentire per diversi
anni. Era convinto che la spallata politica per effetto giudiziario avrebbe
determinato delle anomalie in diversi campi che si sarebbero protratti per
lunghi anni. Questo naturalmente non giustificava, né avrebbe voluto farlo, i
ritardi le colpevolezze con cui quel quadro politico, ormai logoro avevano
affrontato e risolto questioni di prima grandezza che nel corso della
legislatura 87-92 finirono per marcire. Quando si afferma che Craxi si attardò
nel comprendere l’inevitabile ricaduta sul piano interno della fine dei regimi
comunisti non si dice tutta la verità, o almeno non sino in fondo. Come ha
ammesso, fra dimenticanze ed omissis, Massimo D’Alema, nel 1991 e non nel 90’
i comunisti, non ancora diventati PDS premevano affinché i socialisti non
approfittassero della loro crisi, ma si avviassero ad un dialogo politico, ad
una ricerca dell’Unità, ed infatti fu inserito nel simbolo “Unità
Socialista” come espressione di una volontà, di una prospettiva “d’avvenire”.
L’errore che spesso gli viene attribuito, che ammise sempre in questi anni,
cioè quello di non aver provocato anticipatamente la fine della Legislatura e
del Governo Andreotti, in realtà fu un errore tattico, perché Craxi
indubitabilmente ragionava sapendo che sullo sfondo e nella prospettiva politica
di questo Paese non vi poteva essere che una sinistra di ispirazione
socialdemocratica che assorbisse gradualmente le posizioni più arretrate della
sinistra comunista e che si potesse candidare a concorrere al sostegno di un
Governo. Le cose sono andate come sappiamo. Non c’è di quell’Unità
Socialista che un vano ricordo, un’occasione irripetibile e mancata, al suo
posto una imperdonabile accanimento politico dei post-comunisti sui socialisti,
con il risultato che sul campo vi sono macerie ovunque con l’aggravante della
drammatica condizione dei socialisti italiani unici legittimi eredi della
tradizione, divisi e “esiliati” in Patria, vittime ed assieme carnefici di
loro stessi, incapaci di reggere compatti all’urto devastante della ondata
Giudiziaria ed in definitiva Incolpevoli di fronte ad una sommaria condanna che
li ha eletti quali unici responsabili della Crisi politica Italiana. Ed oggi
invocare una totale e completa riabilitazione di Craxi ed i Socialisti del PSI
non basta ed è persino relativo dinnanzi alle ragioni che vengono da più parti
riconosciute, dinnanzi una lettura serena della Storia, tanto sul terreno della
analisi politica e delle prospettive della Sinistra Italiana quanto degli
ammonimenti inascoltati nella fase iniziale della falsa rivoluzione scambiati
per delle aprioristiche difese della cosiddetta Prima Repubblica rimpianta
oramai anche dai suoi più feroci detrattori. Eravamo tutti convinti due anni fa
quando si spense nell’esilio di Hammamet, che il suo sacrificio, l’ennesimo
martirio di un Socialista avrebbe potuto, nella sua
drammaticità aprire una
strada alla riflessione vera, seria su quei dieci anni Italiani, e che la sua
voce, cosi’ poco ascoltata ed ignorata o disprezzata in vita, sapesse essere
guida per una rilettura serena ed una soluzione onesta delle vicende di questi
anni. “Una soluzione per Tangentopoli, se io mi togliessi di mezzo l’avrebbero
già trovata…Io sono un ostacolo, Io sono l’ostacolo..” ed ancora “ La
verità è che le Amnistie che non si fanno per tutti, sono state concesse in
modo parziale, o assolvendo, o non dando luogo a procedere, sono amnistie ad
personam che non hanno nulla a vedere con una soluzione vera ed in definitiva
Giusta, quella che, tanto per dirne una il Borbone avrebbe già concesso..”
Agitandosi, dimenandosi sul suo tavolo da lavoro con voce ferma, con l’ ironia
che sapeva sempre distillare anche nelle situazioni più drammatiche mio padre
Bettino aveva il coraggio di affermare delle scomode verità, tanto più scomode
quanto inascoltate. Sapere che Egli non è più tra noi, che la sua forza d’animo
e di carattere non gli sostennero il cuore malandato ci riempie di grande
tristezza, cosi’ come sapere che le strade che abbiamo battuto per sottrarlo a
quella condizione si sono rivelate irte di ostacoli se non quando completamente
sbarrate. Tutte le istituzioni di allora ne portano una grave responsabilità,
di qui gli imbarazzi odierni a parlarne con serenità ed a restituire Giustizia
e Verità. Nonostante non ne avesse fatto richiesta la via della Grazia in quel
frangente appariva la forma più opportuna e l’urgenza della sua situazione
sanitaria richiedeva un atto di clemenza straordinaria, che ad un Uomo che aveva
servito la sua Patria, rappresentato la Nazione nei consessi Internazionali,
stipulato per conto di essa lo storico Concordato con la Chiesa Cattolica, non
doveva per nessuna ragione essere negata. Una frattura con lo Stato Italiano che,
come rappresentante del Popolo, ancor prima che come famigliare, non potrà
essere risanata facilmente, se non si espliciterà l’errore grave che allora
fu commesso ai suoi riguardi. A chi si recherà domani al secondo anniversario
dalla sua scomparsa, e tutti coloro che lo ricorderanno nelle forme con cui
hanno ritenuto farlo siano essi amici, compagni od avversari va il mio più
sentito ringraziamento. Ai socialisti in particolare voglio esprimere tutto il
mio rammarico per non essere noi tutti stati fino ad oggi adeguati ed all’altezza
del compito che Bettino Craxi, senza chiedercelo ci ha assegnato. Tanti mezzi
partiti che non hanno costituito un intero, una moltitudine di soggettività che
non hanno saputo esprimere una sintesi ed una sola politica. Ma il pensiero, l’
insegnamento, l’influenza della personalità di Craxi trovano espressione
laddove si esprime il senso di una battaglia di libertà, di emancipazione, di
Giustizia. Dove il valore della Nazione trova un fondamento moderno e si coniuga
con l’impronta internazionale della nostra azione. Quando il Socialismo delle
nostre origini sa offrire di se il volto più solidale, e in definitiva liberale
e libertario. Se questo sia sufficiente per costruire una battaglia ed una
prospettiva d’ avvenire oggi non è possibile sapere, vero è che una limpida
e coerente azione politica non può che essere ispirata dall’Unità e dall’autonomia
dei Socialisti senza farne di esse un credo, ma una bussola per poterci
orientare e ritrovarsi assieme nel futuro che ci attende mettendo a frutto tutto
quello che Bettino Craxi ci ha insegnato.