L'inequivocabile disgustoso odore della sconfitta

Lorenzo Matteoli Lunedi, 10 Gennaio 2005.
“… qualcosa deve cedere. Il paese attanagliato in una Guerra che va male. L’esercito al limite di rottura. E nei luoghi dai quali dovrebbe venire la guida in tempi di pericolo, il Pentagono e la Casa Bianca, sembra di essere all’ora del dilettante…” Bob Herbert, New York Times, 10 Gennaio, 2005. http://www.nytimes.com/2005/01/10/opinion/10herbert.html?oref=login&th

Premessa La paura è l’inizio della saggezza o la porta della follia. Quello che segue è uno scenario possibile sul quale fare personali aggiustamenti e variazioni. Tutti soffriamo per la mostruosa sciagura nella quale Bush e i suoi arroganti e incompetenti complici hanno portato gli Stati Uniti. Gli anni a venire saranno anche peggio: ci vorranno generazioni prima che l’America esca dal trauma e dalla vergogna e il processo non è ancora incominciato.

Dopo le elezioni del 30 Gennaio (se si svolgeranno in mezzo a un orrenda carneficina) e qualunque sia il risultato, il controllo del paese passerà alla “teocrazia” Sciita. Le due sette islamiche, i giovani fanatici radicali con Moqtada el Sadr e i vecchi più pacati e meno apertamente fondamentalisti con Al Sistani si confronteranno con i revanchisti saddamiani Sunni per conquistare il tesoro: le risorse petrolifere dell’Iraq e il loro assoluto controllo. Gli Sciiti vinceranno con l’aperto appoggio dell’Iran. L’Esercito Americano con i suoi duecentomila uomini, devastato dalla arrogante incompetenza di Rumsfeld e Wolfowitz, moralmente e militarmente sconfitto, lascerà il paese in silenzio trattando segretamente condizioni di ritirata umilianti. Solo gli uomini con i vestiti che indossano e un cambio di mutande potranno uscire: tutti gli armamenti e tutto il materiale dovrà restare in Iraq. Tutto accetteranno pur di evitare l’incubo della tragica corsa all’ultimo elicottero in partenza dal tetto dell’Ambasciata di Saigon. La manipolazione politica ufficiale e i media di servizio Americani nasconderanno la pavimentale evidenza della disfatta. W. Bush con ebete arroganza abbaierà insulse battute di vittoria: il sacchetto di carta che ha oggi in testa sarà diventato un pesante cappuccio di cuoio con borchie in ferro. Ubriaco di potere non riuscirà nemmeno a vedere la tragedia: come un folle personaggio Shakespeariano brancolerà cieco sul palcoscenico insanguinato urlando le sue battute incoerenti. Un patetico finto John Wayne, con l’andatura dondolante e le mani allargate sui fianchi nella posizione di pronto-a-sparare del peggiore cliché “western”. Clint sarebbe stato un modello più palatabile. L’Europa dubbiosa, divisa, disprezzata e insultata si guarderà bene dall’intervenire (Bush chiamò i Francesi “…scimmie voltagabbana mangia-formaggio”). I Sunni sconfitti proseguiranno per qualche mese il macello sistematico di “collaboratori” e di rappresentanti politici Sciiti. La Guerra Civile non durerà a lungo: la cultura Araba sa come trattare il problema. La teocrazia Sciita controllerà la “insurgency” Sunni con il consueto bagno di sangue di stile Islamico. Migliaia di arresti, torture ed esecuzioni segrete: il 5% saranno militanti Sunni e il 95% poveri sfigati qualunque. Sarà la vendetta finale per i trentanni di sofferenze sotto il regime Sunni Saddamiano. I Kurdi nel Nord dell’Iraq consolideranno la loro autonomia e completeranno la pulizia etnica dei Sunni che Saddam aveva forzato nella regione. Con gli avanzi degli armamenti lasciati dall’Esercito Americano organizzeranno il corpo militare più potente e bene equipaggiato della regione. Ogni tentativo di controllare i giacimenti di petrolio in territorio Kurdo da parte degli Sciiti o di chiunque altro verrà risolto con micidiale e rapida efficienza dalle Forze Armate del Kurdistan libero che combatteranno nella tradizione eroica dei “Peshmerga” e per la sacra memoria del Comandante Massud. Le Nazioni Unite saranno probabilmente chiamate a spendere i miliardi di dollari USA per conto degli Sciiti e sotto il loro controllo. Il petrolio Irakeno verrà venduto contro Euro alla Cina, Germania e Francia. Vladimir Putin tratterà qualche accordo complicato per acquisirne un po’ attraverso oscure triangolazioni. L’Italia verrà salvata dalla diplomazia segreta ufficiosa dell’ENI che ha giocato su tutti i fronti disponibili fin dall’inizio del conflitto. Il prezzo del barile comincerà la lunga ascesa per arrivare a 100,00 Euro nel 2010, il cambio sarà 1,5 US $ per Euro circa). Il Popolo Americano crederà che la guerra in Iraq sia finita con una gloriosa vittoria della “Freedom and Democracy” USA e accetterà le xx migliaia di Marines e GI morti per una causa nobile. Guantanamo sarà smantellata e tutti i prigionieri Talebani e Irakeni verranno mandati a casa (come da negoziato per la ritirata dall’Iraq), ma nessuno verrà mai a saperlo. Ci sono possibilità che gli US inizino una seria campagna per il risparmio energetico e per la transizione a qualche altra fonte di energia, ma questo non succede con Bush alla casa Bianca, subito dopo. Hollywood produrrà centinaia di film sulla “guerra in Iraq” che assicureranno enormi profitti all’industria per i prossimi 50 anni: i profitti copriranno abbondantemente i costi della guerra. I costi della guerra comunque verranno minimizzati: dopo tutto un esercito si deve avere comunque e la differenza fra tenerlo in America o altrove è solo nel costo del viaggio: una miseria! Le bombe e le armi sarebbero comunque diventate obsolete in meno di 5 anni e quindi è stato bene utilizzarle e fare un po’ di pratica. I Marines e i GI morti non avranno molto da dire. I morti Irakeni potrebbero avere qualcosa da dire, ma pochi capiscono l’Arabo in America (oltre shakren, insh’Allah e bakshish) e comunque gli Irakeni sono morti. Come direbbe Bush. Bush Jr., Rumsfeld, Wolfowitz entreranno nella storia come grandi eroi difensore dei “Valori” Americani. Michael Moore sparirà in qualche anonimo modo. I mercati finanziari stabiliranno i veri valori e metteranno il giusto prezzo su ogni articolo: stanno già mandando segnali che non possono essere ignorati. Se uno Tsunami privo di qualunque valenza politica o motivazione etica si può permettere di uccidere 200 mila persone in tre ore, perché tante storie per qualche migliaio di morti fra l’altro caduti per portare la libertà e la democrazia al popolo Irakeno oppresso? Chi ha mai detto che le piattaforme continentali debbano essere più autorevoli degli Stati Uniti d’America?

LM