L'onorevole
Bono, sottosegretario al Ministero dei Beni e alle Attività Culturali, è
giunto a Rio de Janeiro per inaugurare, il 12 marzo, il Padiglione
Italiano presso la Biblioteca Nacional di questa città. L'iniziativa ebbe
le sue origini nel 2003 quando l'uomo di governo italiano partecipò all'inaugurazione
della Biennale del Libro, sempre nella città carioca, che ha visto il nostro
paese come paese invitato. Nel corso di quella visita il sottosegretario
incontrò il direttore della Biblioteca Nacional, Pedro Corrêa do Lago, con il
quale ebbe un proficuo colloquio durante il quale si decise di donare alla
biblioteca un certo numero di libri italiani, aprendo un vero e proprio
padiglione italiano presso l'istituzione. Il Ministero dei Beni Culturali si
incaricò di soddisfare questa richiesta, visto che il Brasile ospita la
maggiore colonia italiana del mondo, donando ben 2.750 volumi che descrivono il
patrimonio culturale italiano nei vari campi dello scibile e della cultura. Un
patrimonio che andrà ad arricchire quello dell'istituzione brasiliana. Il
motivo della visita è stato illustrato ai rappresentanti della comunità
italiana che il sottosegretario Bono ha voluto incontrare presso il Consolato
Generale, con il Console Francesco Mariano che ha fatto gli onori di casa. A questa comunità ha voluto porgere il saluto del governo e,
soprattutto, del Ministro per gli Italiani all'Estero, Mirko Tremaglia. Durante
il discorso introduttivo l'onorevole Bono non ha potuto non
accennare al grave fatto che ha già fatto il giro del mondo: la presenza nell'elenco
degli aventi diritto al voto per la elezione dei Comites, dell'ex brigatista Achille Lollo, la cui condanna a 18 anni di reclusione è
passata in giudicato.
Ha espresso, da un lato l'amarezza di constatare la mancanza di coordinamento
delle varie istituzioni italiane che hanno permesso che si compisse questo
illecito, essendo, per legge, il suddetto individuo privato dei diritti civili.
Ha poi criticato chi, conoscendo la storia regressa di Achille Lollo, ne abbia
voluto accettare la firma per convalidare la propria lista, dando prova di
scarsa coscienza democratica. "I responsabili della lista sapevano di avere
a che fare con un condannato con sentenza passata in giudicato e pertanto privo
dei diritti civili - ha affermato Bono - che nemmeno un errore burocratico
poteva restituire. È un fatto di mancanza di moralità utilizzare a fini
politici un soggetto reo di aver dato fuoco proditoriamente a due innocenti, i
fratelli Mattei, uno dei quali di appena otto anni, e che da 30 anni vive una
dorata latitanza, non solo senza aver scontato la pena, ma, soprattutto, senza
aver mai chiesto scusa per l'efferatezza del suo gesto". Ha preso quindi la
parola l'attuale presidente del Comites, Arduino Monti, il quale, premettendo
che è militante di Rifondazione Comunista, ha ricordato che a suo tempo
presiedette il comitato a favore dei rifugiati politici, che si mobilitò
affinchè il Brasile negasse l'estradizione di Achille Lollo, cosa che avvenne
nel 1993. A sua discolpa Monti ha allegato il fatto che il nome di Achille Lollo
constava nella lista ministeriale e quindi non vedeva nulla di errato nell'approfittare
anche della sua firma. Monti ha ribadito, inoltre, che nella sua lista per il
Comites sono stati candidatati anche Luciano Pessina (ex potere operaio) e Carlo
Pagani (Autonomia Operaia), i cui reati sono caduti in prescrizione. Il
sottosegretario Bono ha ribadito che "ciò che lascia perplessi è il
silenzio assordante della sinistra, per la quale rimane fermo il principio che i
reati si giudicano non in sé, ma sulla base di chi li compie". Ha poi
aggiunto: " La vicenda Lollo è grave in sé perchè non appare possibile
che un latitante e ricercato possa essere trattato all'estero come un qualsiasi
cittadino italiano. Se c'è un vuoto legislativo occorre subito colmarlo e
prevedere la possibilità dell'arresto immediato di chiunque, ricercato dalla
giustizia, si trovi fisicamente all'interno di una sede diplomatica
italiana".