Il sottosegretario Nicola Bono a Rio de Janeiro

Edoardo Pacelli - Rio de Janeiro, 11 e 12 marzo 2004

L'onorevole Bono, sottosegretario al Ministero dei Beni e alle Attività Culturali, è giunto a Rio de Janeiro per inaugurare, il 12 marzo, il Padiglione Italiano presso la Biblioteca Nacional di questa città. L'iniziativa ebbe le sue origini nel 2003 quando l'uomo di governo italiano partecipò all'inaugurazione della Biennale del Libro, sempre nella città carioca, che ha visto il nostro paese come paese invitato. Nel corso di quella visita il sottosegretario incontrò il direttore della Biblioteca Nacional, Pedro Corrêa do Lago, con il quale ebbe un proficuo colloquio durante il quale si decise di donare alla biblioteca un certo numero di libri italiani, aprendo un vero e proprio padiglione italiano presso l'istituzione. Il Ministero dei Beni Culturali si incaricò di soddisfare questa richiesta, visto che il Brasile ospita la maggiore colonia italiana del mondo, donando ben 2.750 volumi che descrivono il patrimonio culturale italiano nei vari campi dello scibile e della cultura. Un patrimonio che andrà ad arricchire quello dell'istituzione brasiliana. Il motivo della visita è stato illustrato ai rappresentanti della comunità italiana che il sottosegretario Bono ha voluto incontrare presso il Consolato Generale, con il Console Francesco Mariano che ha fatto gli onori di casa. A questa comunità ha voluto porgere il saluto del governo e, soprattutto, del Ministro per gli Italiani all'Estero, Mirko Tremaglia. Durante il discorso introduttivo l'onorevole Bono non ha potuto non accennare al grave fatto che ha già fatto il giro del mondo: la presenza nell'elenco degli aventi diritto al voto per la elezione dei Comites, dell'ex brigatista Achille Lollo, la cui condanna a 18 anni di reclusione è passata in giudicato. Ha espresso, da un lato l'amarezza di constatare la mancanza di coordinamento delle varie istituzioni italiane che hanno permesso che si compisse questo illecito, essendo, per legge, il suddetto individuo privato dei diritti civili. Ha poi criticato chi, conoscendo la storia regressa di Achille Lollo, ne abbia voluto accettare la firma per convalidare la propria lista, dando prova di scarsa coscienza democratica. "I responsabili della lista sapevano di avere a che fare con un condannato con sentenza passata in giudicato e pertanto privo dei diritti civili - ha affermato Bono - che nemmeno un errore burocratico poteva restituire. È un fatto di mancanza di moralità utilizzare a fini politici un soggetto reo di aver dato fuoco proditoriamente a due innocenti, i fratelli Mattei, uno dei quali di appena otto anni, e che da 30 anni vive una dorata latitanza, non solo senza aver scontato la pena, ma, soprattutto, senza aver mai chiesto scusa per l'efferatezza del suo gesto". Ha preso quindi la parola l'attuale presidente del Comites, Arduino Monti, il quale, premettendo che è militante di Rifondazione Comunista, ha ricordato che a suo tempo presiedette il comitato a favore dei rifugiati politici, che si mobilitò affinchè il Brasile negasse l'estradizione di Achille Lollo, cosa che avvenne nel 1993. A sua discolpa Monti ha allegato il fatto che il nome di Achille Lollo constava nella lista ministeriale e quindi non vedeva nulla di errato nell'approfittare anche della sua firma. Monti ha ribadito, inoltre, che nella sua lista per il Comites sono stati candidatati anche Luciano Pessina (ex potere operaio) e Carlo Pagani (Autonomia Operaia), i cui reati sono caduti in prescrizione. Il sottosegretario Bono ha ribadito che "ciò che lascia perplessi è il silenzio assordante della sinistra, per la quale rimane fermo il principio che i reati si giudicano non in sé, ma sulla base di chi li compie". Ha poi aggiunto: " La vicenda Lollo è grave in sé perchè non appare possibile che un latitante e ricercato possa essere trattato all'estero come un qualsiasi cittadino italiano. Se c'è un vuoto legislativo occorre subito colmarlo e prevedere la possibilità dell'arresto immediato di chiunque, ricercato dalla giustizia, si trovi fisicamente all'interno di una sede diplomatica italiana".