Il Ministro Tremaglia a Rio

Edoardo Pacelli

Il Ministro Tremaglia durante il suo discorsoQuest’anno, la Festa della Repubblica del 2 giugno è scattata in anticipo a Rio de Janeiro essendo stata realizzata domenica 29 di maggio, con la presentazione, per la prima volta, di una serie di stand offrendo il meglio della collettività italiana di Rio, dalla cultura alla gastronomia. A dare lustro all’avvenimento la presenza del Ministro degli Italiani nel Mondo, onorevole Mirko Tremaglia. Al suo arrivo Tremaglia ha trovato numerosi italo-brasiliani che lo hanno lungamente applaudito non appena è sceso dalla macchina e ha percorso alcune decine di metri stringendo le mani ai connazionali che gli si sono stretti attorno. È quindi entrato nella Casa d’Italia dove era stata organizzata la cerimonia commemorativa. Dopo l’esecuzione degli inni nazionali, da parte di un coro, ha preso la parola il Console Generale Bellelli che ha voluto ringraziare il Ministro per aver accettato l’invito, incontrando in tal modo la comunità italiana della ciroscrizione di Rio de Janeiro. L’ambasciatore Valensise, da parte sua, ha ricordato il ruolo determinante del ministro Tremaglia all’acquisizione del diritto di voto, ma anche il valore simbolico della sua visita in funzione di un rinnovato spirito di collaborazione, anche a livello politico, tra l’Italia ed il Brasile, che si consoliderà con la visita del vice presidente del Consiglio e ministro per gli affari esteri, Gianfranco Fini, la cui venuta è prevista per il mese di luglio. Ha quindi ricordato il forte interesse manifestato ultimamente dalle aziende italiane a intrattenere rapporti di affari con le imprese brasiliane, iniziative incoraggiate dal governo italiano. Per finire ha letto il messaggio che il Presidente italiano, Carlo Azeglio Ciampi, ha inviato alla comunità in occasione della visita del ministro Tremaglia (vedi aise del 30 maggio h.10.54). Ha, quindi, preso la parola il Ministro Tremaglia che, dopo aver fatto gli elogi per l’opera e per l’impegno dell’ambasciatore Valensise, ha detto che il suo discorso più che ai presenti era rivolto agli italiani che vivono sul territorio nazionale, affinchè “imparino ad amare e rispettare il nostro paese così come lo amano e rispettano coloro che lo hanno dovuto lasciare”. Il Ministro ha, così, ricordato il vademecum dell’emigrante bergamasco dell’inizio del secolo scorso, che invitava i nostri fratelli a non maledire l’Italia che li costringeva a cercare la sopravvivenza all’estero, ma ad amarla e benedirla, così come si ama e si benedisce una mamma povera che, per la sopravvivenza, è costretta a staccarsi dai figli. Si è quindi scagliato contro coloro che, in Italia, ignorano il sacrificio e le sofferenze dei milioni di italiani della nostra diaspora, delle loro umiliazioni, del sangue versato ed ha poi ricordato che il suo primo atto da ministro è stato quello di visitare Marcinelle e sforzarsi affinchè il giorno 8 di agosto fosse riconosciuto come data dedicata al sacrificio dei lavoratori italiani nel mondo. Naturalmente, non poteva non ricordare il suo personale sforzo per la concessione del voto agli italiani che vivono all’estero. La battaglia era stata iniziata nel 1956 dall’onorevole Ferretti e quindi da lui ripresa, con tutte le frustrazioni dei continui rifiuti da parte del parlamento di pronunciarsi in questo senso. Si è dovuto modificare due volte la Costituzione per potere avere, finalmente, nel dicembre del 2001 con il governo Berlusconi, l’approvazione definitiva della legge. Non sono mancati i momenti emozionanti quando il ministro ha ricordato il figlio, prematuramente scomparso e suo consigliere indispensabile. Il discorso di Tremaglia è stato varie volte interrotto dagli applausi del numeroso pubblico che affollava la sala. L’incontro è, infine, terminato con la consegna di un diploma ad alcuni noti ristoratori italiani di Rio de Janeiro.

L'arrivo del Ministro La gente stringe la mano del Ministro Tra gli stand
Una pausa per il caffè Ascoltando e cantando l'inno Con l'ambasciatore Valensise
Il discorso del Ministro ... e quello dell'ambasciatore Consegnando il diploma al decano della colonia italiana di Rio, il cav. Pasquale Santoro