Invitato
dal direttore dell'Istituto Italiano di Cultura di Rio de Janeiro, è stato in
visita a Rio il giornalista Gianni Minà che ha lanciato il suo ultimo libro. Il
celebre giornalista, però, non ha trovato la platea che si aspettava, appena
qualche decina di persone, in maggior parte legate al Consolato d'Italia. Un
vero peccato, perchè gli italiani di Rio hanno perso una rara occasione, quella
cioè di ascoltare le tesi dell'amico di Fidel Castro, sulla attuazione , a
Cuba, dei diritti umani tanto sbandierati al III Forum Sociale. Sopprattutto i
diritti umani del
fisico cubano Juan López Linares. Questo signore sta lottando per la
liberazione del figlio di quattro anni, trattenuto sull'isola-paradiso.
Lopez Linares, era uscito da Cuba per seguire un corso di dottorato in Fisica, in Europa. Il ritorno in patria gli fu proibito dal governo cubano, e, al tempo stesso, fu proibita l'uscita della moglie e del figlio, figlio che lui non ha nemmeno conosciuto. Attualmente Linares vive a Campinas, nello stato di San Paolo e, in occasione del III Forum Sociale, ha pensato di rivolgersi ai paladini della democrazia e dei diritti umani per poter ottenere un pronunciamento, un manifesto di solidarietà, che so, un girotondo, anche piccolo, piccolo o un qualsiasi aiuto per rivedere il figlio e la moglie. Un assistente del professore cubano, che è membro dell'Istituto Liberal, ha intravisto - davanti alla sede della Pontificia Università e sotto uno striscione inneggiante ai Diritti dell'uomo col 13º articolo, quello che garantisce a qualsiasi citatdino il diritto di potere attraversare liberamente le frontiere del proprio paese - il famoso attore americano Danny Glover. Avvicinatosi all'attore, il signor Paulo Sanchotene ha deciso di chiedergli un atto di solidarietà alla tragedia del fisico cubano. L'attore si è immediatamente rivoltato e indignato per la richiesta, e ha risposto, sempre urlando e, se non trattenuto, quasi venendo alle mani con il malcapitato, che Linares altro non era se non un egoista, dato che, invece di sottolineare gli aspetti positivi del regime cubano, lo denigrava presentando un problema personale! Peccato che le nostre delegazioni a Porto Alegre siano state così occupate da non sentire il grido di dolore di un padre che non può più vivere insieme alla moglie e al figlio. Lo sappiamo, è solo un caso personale, ma di migliaia di casi personali è composta la tragedia cubana. D'altronde, come dice il filosofo brasiliano Olavo di Carvalho, se esaminiamo la storia, tutto quanto accaduto sinora è una questione personale. Il bambino negro separato dai genitori, in Africa, per essere portato in America come schiavo, è un fatto personale, ogni ragazzino ebreo separato dai genitori per essere trasportato ad Auschwitz, è stato un caso personale, come ciascuno dei 100 milioni di morti del comunismo, è stato un caso personale. Persino la crocefissione di Cristo è stato un caso personale.
Il motivo della presenza di Linares a Porto Alegre non è stato solo quello, personale, di divulgare il proprio caso, ma anche quello di denunciare gli abusi del governo castrista contro i cittadini cubani. Pur non avendo partecipato alla manifestazione, il fisico cubano è stato intervistato da 14 veicoli di comunicazione, tra TV, radio e giornali. (Dove erano i media italiani?). Criticando gli organizzatori del Forum Sociale, Linares ha messo in risalto il fatto che alla manifestazione fossero completamente assenti gli oppositori al regime di Castro. Oggi il 10% della popolazione vive in esilio negli Stati Uniti, mentre l'1% si trova in prigione. Per osannare il regime Cuba ha inviato 300 persone e Linares era l'unico oppositore. Alla faccia della democrazia.