Doornbos: la Sgrena cambi mestiere

Alcuni blog, Camillo in primis, hanno proposto ai loro lettori una dura critica che Harald Doornbos, un giornalista olandese inviato di guerra, ha rivolto alla Sgrena in un articolo per il quotidiano olandese Nederlands Dagblad. Doornbos è un "insospettabile": ha lavorato a lungo per il giornale comunista De Waarheid e non è certo un filoamericano spudorato. La sua è una critica molto, persino troppo, severa. Però Doornbos descrive molto bene il giornalista militante incapace di analizzare con spirito critico la realtà poiché invischiato nella propria ideologia. Ecco perché ci piace riportare le sue parole (in inglese su Zacht Ei, tradotto in italiano su Rolli)

“Stai attenta a non farti rapire” ho detto alla giornalista italiana che era seduta accanto a me nell’aereo che ci portava a Bagdad. “Oh no” ha detto “Non può succedere. Noi siamo dalla parte del popolo iracheno oppresso. Gli Iracheni non hanno intenzione di sequestrarci”. Non è molto cortese essere critici verso una collega. Ma l’atteggiamento della Sgrena è una vergogna per il giornalismo. O non è lei che, sull’aereo, mi ha detto di rimando che “sono proprio i giornalisti come te che non aiutano il popolo iracheno”? “Gli americani sono i peggiori nemici dell’umanità” mi hanno detto le tre donne dietro di me, perché la Sgrena andava in Iraq con due colleghe italiane che, come lei, odiavano gli americani. (…) “Non capisci la situazione. Siamo anti-imperialiste, anti-capitaliste, comuniste” dicevano. Gli iracheni sequestrano solo chi simpatizza per gli americani, i nemici degli americani non hanno niente da temere”. (Doornbos dice loro che sono fuori di testa) Ma loro sapevano giudicare meglio. Quando siamo arrivati all’aereoporto di Bagdad, stavo aspettando che una jeep americana mi venisse a prelevare. Ho visto una delle italiane che girava gridando. Un iracheno le aveva rubato il computer e l’equipaggiamento televisivo. Erano rimaste fuori a tremare, mentre aspettavano un taxi che le portasse a Bagdad. Con il suo pregiudizio la Sgrena non solo ha messo a repentaglio sé stessa, ma a causa della sua condotta un ufficiale dei servizi è morto, e il governo italiano (incluso il primo ministro Berlusconi) ha dovuto pagare milioni di euro per salvarle la vita. C’è da sperare che la Sgrena decida di cambiare carriera. Propagandista o parlamentare forse. Ma dovrebbe lasciar perdere il giornalismo immediatamente."