Documento Finale

Roma, 16 dic. - (Adnkronos)

Premessa

La Conferenza esprime la riconoscenza della Nazione ai connazionali che in ogni continente in più di un secolo hanno testimoniato e testimoniano, con il loro lavoro e sacrificio, le capacità del nostro popolo e, nella fedeltà alle radici e agli ideali della madrepatria, hanno contribuito al civile progresso di ogni paese del mondo. Per il loro impegno e per i loro sentimenti, per le prestigiose opere realizzate ovunque, per i valori morali e spirituali e gli interessi materiali che interpretano, per l'apporto economico dato all'Italia nel corso degli anni, gli italiani all'estero e i loro discendenti sono e rimangono componente viva della comunità nazionale.

Documento

La prima Conferenza degli italiani nel mondo, riunita a Roma dall'11 al 15 dicembre 2000, fa proprie le risultanze delle Conferenze nazionali, delle Preconferenze continentali, degli incontri preparatori delle Donne e dei Giovani, della Conferenza dei Parlamentari di origine italiana, dei Laboratori sull'Informazione, l'Imprenditoria, la Scienza, la Cultura e la Solidarietà, nonché i documenti finali delle Commissioni di Lavoro.

I lavori preparatori hanno dato voce alle singole componenti delle collettività, divenute soggetti attivi e propositivi per la definizione di una politica articolata che regoli i rapporti con l'Italia nel pieno rispetto delle specificità geografiche e generazionali. In questo quadro, l'Europa ricca di valori comuni, che, nonostante i suoi limiti istituzionali, ha ritrovato con l'approvazione della Carta dei Diritti fondamentali dei cittadini dell'Unione la fiducia in se stessa, si offre per vincere insieme a tutti gli italiani nel mondo la sfida del XXI secolo: costruire la casa comune di popoli e nazioni uniti da un patrimonio interculturale fondato sui principi della pari dignità delle diversità.

Gli italiani nel mondo hanno piena coscienza di costituire una grande risorsa politica, culturale, scientifica Economica e sociale sia per l'Italia che per i Paesi di accoglimento. Il percorso di crescita verso una piena integrazione che non diventi assimilazione passiva è reso possibile dalla fusione delle esperienze e dei valori di più realtà, mediante la costruzione di nuovi modelli di italianità.

La Conferenza riafferma l'esigenza di un reale rispetto per le diversità culturali, etniche e di genere, da tutelare mediante l'adozione di corrette politiche di solidarietà e di pari opportunità, di multiculturalismo e di interculturalità in Italia e nei pesi di residenza, e di garanzia della protezione dei diritti civili degli italiani all'estero. La solidarietà è un valore fondante della cultura italiana, parte integrante e qualificante dell'altra Italia, attraverso le migliaia di volontari, religiosi e laici, che prestano servizio nei cinque continenti ed è legata alla cooperazione italiana ovunque e alla grande opera svolta dall'associazionismo.

Nel crescente processo di mondializzazione, non solo economica, l'Italia ha concreto interesse a valorizzare la rete di presenze italiane, che esiste già e della quale Paesi più forti del nostro non dispongono. Le comunità italiane non sono nate come "comunità di dominio". La loro radice no è nel potere, ma nel lavoro e, per questo, hanno una legittimità e una credibilità che consente loro di assumere responsabilità di fronte ai grandi problemi collettivi nazionali e internazionali.

Il primo segnale di seri riconoscimento è stato dato quando per la prima volta gli italiani all'estero, come tali, sono entrati nella Costituzione delle Repubblica, con la istituzione della circoscrizione estero, per avere la possibilità di eleggere direttamente i loro rappresentanti nel Parlamento italiano, ed essere così soggetti attivi di partecipazione politica nel "Sistema Italia". Sentite le precise dichiarazioni d'impegno unitario degli esponenti dei maggiori partiti, non sarebbe comprensibile che il Parlamento italiano non approvasse la legge ordinaria regola l'esercizio in loco del diritto di voto in tempi e con modalità tali da consentire che i cittadini all'estero votino sin dalle prossime elezioni politiche e il personale dello Stato in servizio all'estero e i familiari al seguito possano esercitare l'elettorato attivo.

In previsione dell'esercizio del diritto di voto in loco il potenziamento dell'informazione dall'Italia diventa cruciale, al pari della corretta e completa informazione di ritorno tesa a dare visibilità all'Italia fuori dall'Italia. L'informazione infatti è strumento di conoscenza reciproca, fattore di crescita civile, sociale e politica e mezzo primario di confronto democratico. L'Italia deve anche affrontare la sfida dell'internalizzazione ripensando il modo nel quale proietta la propria immagine all'estero, anche in funzione delle sue comunità.

Convinta che la memoria storica sia salvaguardia di un patrimonio ideale gratitudine e di civiltà, la Conferenza propone l'allestimento al Vittoriano di una sala dedicata alla storia della nostra emigrazione e la creazione di una Fondazione, che unisca pubblico e privato, raccolga e cataloghi le testimonianze delle comunità e promuova la realizzazione di ricerche sulla vita delle collettività italiane all'estero e l'insegnamento della loro storia.

Come conseguenza di queste premesse, la Conferenza impegna il Governo, il Parlamento, e le Regioni ad adottare e coordinare l'applicazione di tutti gli strumenti necessari a realizzare una politica articolata, sviluppata anche attraverso i lavori di un Tavolo di concertazione Stato-Regioni-CGIE, che risponda alle esigenze delle diverse aree geografiche e condizioni di vita dei connazionali all'estero, sulle linee seguenti:

1. Nel campo dei diritti civili e politici: - Con l'elezione dei parlamentari in rappresentanza degli italiani all'estero, il CGIE, eletto a suffragio universale, assume un diverso ruolo di raccordo fra le forze associative e rappresentative delle comunità e il Parlamento, con maggiori compiti di consultazione e di proposta in materia di politiche generali, ferma restando la sua assoluta centralità nei rapporti con il Governo, il Parlamento e le Regioni, anche attraverso il rispetto da parte delle amministrazioni nazionale e locali delle funzioni consultive sancite per legge, in materie di sua competenza. A questo scopo è necessario assicurare risorse adeguate e superare le restrizioni burocratico-amministrative che impediscono al Consiglio di adempiere a tutti i suoi compiti; - Affinché i Comitati degli Italiani all'Estero possano assolvere pienamente al loro ruolo istituzionale è necessario che il Parlamento approvi senza ulteriori ritardi il disegno di legge di riforma; che all'assegnazione di adeguati contributi di funzionamento si unisca lo snellimento delle procedure burocratiche che ne rallentano l'erogazione; che il Governo promuova presso le autorità estere iniziative che consentano a tutti i Com.It.Es. del mondo di essere eletti a suffragio universale; che le rappresentanze diplomatico-consolari ne rispettino e valorizzino ad ogni livello la natura e i poteri; - Per quanto riguarda la concessione del diritto di voto amministrativo in loco, l'Italia dovrà sensibilizzare, anche su base di reciprocità, i Governi di tutti i Paesi di accoglimento che no lo consentono ancora; 2. La ricchezza rappresentata dalle donne e il loro costante contributo alla vita delle collettività non sono tuttora riconosciuti, né adeguatamente sostenuti. Per estendere nel futuro questa capacità di apporto l'Italia deve promuovere una più ampia partecipazione delle donne ai momenti di rappresentanza politico-istituzionale delle comunità. Il momento di raccordo deve essere un Osservatorio permanente in diretta collaborazione con il ministro per le Pari Opportunità. L'Osservatorio avrà come punti di riferimento i Coordinamenti nazionali delle donne, giuridicamente riconosciuti, finanziati e collegati alle rappresentanze diplomatiche, consolari e culturali italiane all'estero. Compiti dei coordinamenti saranno, fra gli altri, la promozione di ricerche mirate alla ricognizione delle risorse e delle esigenze femminili nelle diverse realtà nazionali ed alla creazione di reti di contatto fra le italiane nel mondo con l'uso delle nuove tecnologie;

3. Per realizzare la promessa di rinnovamento offerta dalle nuove generazioni è necessario che il mondo italiano, in Italia e all'estero, riconosca la loro esigenza di muoversi in un mondo aperto, svincolato da organismi superati e da modelli rigidamente campanilistici, fruendo di aggiornati spazi informativi e di rappresentanza garantita anche con quote. Fra le iniziative fondamentali sono gli interscambi finalizzati al perfezionamento degli studi; la corretta valutazione e riconoscimento dei titoli già conseguiti; gli stage professionali tesi alla creazione di partenariati; il recupero del proprio retaggio in un'ottica multiculturale; la riapertura dei termini di riacquisto della cittadinanza unita al superamento delle restrizioni che creano situazioni di disparità all'interno delle stesse famiglie. Per il coordinamento di progetti comuni le associazioni di giovani italiani all'estero si raccorderanno con associazioni omologhe e giovani rappresentanti delle Consulte regionali dell'emigrazione in previsione dell'istituzione di un Consiglio dei Giovani Italiani nel Mondo;

4. Se l'identità culturale è la presa di coscienza di tutto quanto ci rende unici in un contesto globale, il possesso della cultura e della lingua italiana insieme alla valorizzazione delle lingue e culture regionali diventa fonte di arricchimento e non motivo di conflitto e di contrapposizione. Per dare risposta al desiderio di italianità che emerge con forza crescente deve essere data una svolta alla politica culturale dello Stato italiano, con l'approvazione di una legge quadro, l'attuazione di un piano coordinato di investimenti e iniziative statali e regionali e accordi bilaterali specifici diretti ad incrementare od introdurre l'insegnamento della lingua e della cultura italiana all'interno dei sistemi scolastici dei Paesi di accoglimento a partire dalle scuole materne. Qualità dell'insegnamento, garantita da un continuo aggiornamento dei docenti, unita a finanziamenti adeguati e snellimento delle procedure di erogazione ed accredito dei fondi, devono costituire elementi vincolanti della nuova politica culturale del nostro Paese. Del tutto prioritario è il potenziamento dei corsi di formazione professionale, anche in vista di flussi di reinserimento nel mercato del lavoro italiano. In questo quadro non si può rinviare una riforma degli Istituti Italiani di Cultura che li renda fattore di diffusione capillare del patrimonio artistico e creativo dell'Italia e delle comunità italiane all'estero;

5. Il Laboratorio sull'Informazione ha ribadito che per soddisfare le richieste di migliori palinsesti, già evidenziate nel corso di precedenti conferenze del CGIE, Rai International deve essere dotata di congrue risorse umane e finanziarie, pari a quelle che altri Governi con maggiore lungimiranza riservano ad analoghi enti, pur avendo una utenza molto meno numerosa all'estero. Ferma restando l'utilità dei quotidiani teletrasmessi dall'Italia, importantissima rimane la funzione della stampa italiana all'estero, che deve essere opportunamente sostenuta, anche finanziariamente, al pari delle radio e delle televisioni locali al servizio delle comunità. Anche nell'ottica di un ritrovato rapporto con le giovani generazioni è necessaria una particolare attenzione ai progetti mirati che si avvalgono delle nuove tecnologie. La Conferenza sottolinea la necessità che nella Commissione di indirizzo e programmazione della Presidenza del Consiglio sull'informazione italiana nel mondo venga inserita una rappresentanza del CGIE e che dei pareri del CGIE si tenga conto nel negoziare le Convenzioni del Governo con organi di informazione italiani;

6. In materia di tutela e assistenza sociale, si sostiene l'assoluta necessità di proteggere le fasce più deboli della società, come gli anziani, garantendone i diritti alla salute ed alla previdenza ed intervenendo sollecitamente a sanare situazioni di particolare indigenza ovunque si presentino. L'estensione dei diritti connessi alla libera circolazione in Europa, con specifica attenzione alla situazione dei frontalieri, deve unirsi ad una rapida soluzione del processo di armonizzazione dei sistemi nazionali di sicurezza sociale. I Patronati all'estero hanno un ruolo insostituibile nell'azione di tutela, assistenza e informazione dei nostri connazionali, per cui è inderogabile l'approvazione della legge che ne riforma l'assetto;

7. Il Laboratorio sulla Solidarietà riconosce la Prima Conferenza degli Italiani nel Mondo come straordinaria occasione per iniziare a mettere in rete le innumerevoli testimonianze ed esperienze di volontariato ed associazionismo. Sollecita le istituzioni italiane, europee ed internazionali ad un approccio unitario tra aiuto allo sviluppo, definizione delle regole internazionali economico-commerciali, questione del debito e dei flussi finanziari. In vista dell'Anno Internazionale del Volontariato indetto dall'ONU per il 2001, occorre sensibilizzare, fin dalle scuole, le nuove generazioni alla conoscenza della solidarietà e l'esperienza del volontariato, nei quali l'Italia è protagonista di una silenziosa opera efficace che qualifica il prestigio del Paese. In questo senso ritiene necessaria una mappatura informatica e interattiva dei volontari, cooperanti, associazioni non governative, comunità di religiosi, in sinergia con le istituzioni centrali e locali italiane;

8. Il Laboratorio sull'Imprenditoria italiana nel mondo ha constatato che le comunità degli affari esprimono ormai insieme a quelle scientifiche e culturali le vere nuove elites dirigenti nei diversi Paesi e chiedono perciò alla nuova Italia, ricca, europea, e impegnata nella globalizzazione nuove politiche capaci di conciliare appartenenza e convenienza, radicamento e globalizzazione. Preso atto che il tradizionale Stato nazionale accentrato ha visto ridimensionate le sue competenze e poteri verso l'Europa e verso le Regioni, si è riaffermata la necessità che la risorsa strategica delle Piccole e Medie Imprese italiane e italo-estere venga messa al centro della sfida che il nuovo mondo economico propone egualmente agli italiani d'Italia e del mondo. A tal fine occorre spingere il sistema bancario e le istituzioni preposte alle relazioni economiche estere, tanto centrali quanto regionali, ad adeguare i loro comportamenti alle nuove esigenze per far sì che il sistema - Paese possa rendersi maggiormente disponibile agli investimenti dall'estero riducendo il peso degli oneri fiscali e burocratici. E' infatti indispensabile uscire da ogni logica di reciproca rivendicazione fra comunità degli affari in Italia e all'estero: ciascuno deve vedersi risorsa per l'altro in un sistema di rapporti che non può che essere multilaterale.

9. Il Laboratorio sulla Scienza ha identificato gli ostacoli al recupero dell'enorme capitale rappresentato dagli scienziati e dai ricercatori italiani che operano all'estero ed il pericolo di una loro perdita definitiva per l'Italia. Propone quindi che venga istituito un Comitato Consultivo Permanente degli Scienziati Italiani all'estero per la cooperazione internazionale e gli scambi fra Paesi. La Conferenza auspica che vengano realizzate tutte le iniziative idonee a mettere in rete questa risorsa ed a favorire il rientro dei "cervelli" italiani anche attraverso la realizzazione di altri centri di ricerca e di eccellenza in Italia che richiamino la presenza di ricercatori stranieri. Le delegate e i delegati alla Prima Conferenza degli Italiani nel Mondo lasciano Roma sereni e più forti nella coscienza di aver avviato un percorso di migliore conoscenza reciproca che accomuna tutte le generazioni degli italiani nel mondo partendo dalla storia e dalla tradizione come valori irrinunciabili per protendersi verso tutte le promesse dell'innovazione in un dialogo fecondo e paritario con la Patria d'origine.