Dieci anni fa

…scrivendo la premessa alla piccola raccolta di scritti sulla mia esperienza di assessore del comune di Torino, sulla Fiat e sul suo futuro scrivevo queste cose. Oggi sono sgradevolmente attuali, ma vale la pena riflettere su quanto questa crisi della Fiat sia stata "nelle cose" e su quanto poco siano stati capaci di fare i "managers". A mio avviso i fatti stanno provando valido il breve scritto di dieci anni. E così voglio pensare sia valida la sua ottimistica e positiva conclusione: si tratta di una grande opportunità per Torino e per i Torinesi e non va persa. Questo il mio augurio, più che un augurio è un’altra previsione e si verificherà puntualmente come si è verificata la prima. Fra venti anni, dicevo nel 1993, oggi dico: fra dieci anni.
Da "Storie di Ordinaria Amministrazione" pagine 15-18
Lorenzo Matteoli - Scritto a Jakarta il 18 Settembre 1993

Torino a medio lungo termine. Ineludibile è la decadenza della Fiat, peraltro iniziata circa dieci anni fa: la modestia culturale e tecnica della sua gestione non ha futuro. Questa previsione suona come la sabbia sotto i denti a pochi giorni dai fescennini per il lancio della Punto, quando ancora non si sono spenti gli echi dei tamburi augurali. Mi associo all’augurio con molto più affetto di quanto non possa apparire da queste note: ogni successo commerciale sarà utile per rendere meno aspro(meno sacrifici per i torinesi) il percorso verso la radicale alternativa, ma non potrà modificare gli elementi strutturali del declino Fiat che sono radicati nell’organico e nella cultura di gestione impostata da dieci anni e non reversibile in tempi congruenti con le dinamiche del mercato mondiale dell’auto e con i ritmi di evoluzione tecnologica che lo dominano . Spesso le grandi e pompose fanfare nascondono carenze sostanziali. L’attuale debolezza incrocia una crisi strutturale del mercato mondiale dalla quale probabilmente [la Fiat] uscirà ulteriormente indebolita. Senza progetto, senza tensione,senza gli antichi valori aziendali, la Fiat percorrerà un lento cammino verso l’annullamento. La decadenza della Fiat si svolgerà in una decina d’anni e verrà accuratamente cucinata dalla stampa di servizio e dalla dirigenza dell’impresa con il consueto brodo italo-patetico. La sconfitta aziendale verrà fatta passare come conseguenza della globalizzazione e delle sue ineffabili strategiche necessita’. Con il decadere della Fiat, dopo qualche anno di difficoltà, Torino potrà finalmente rinascere: il potenziale della Città si esprimerà senza la cappa melensa dell’operaismo demagogico PCI (o ex PCI) e del servilismo indotto dal mono-potere Fiat. La diversificazione industriale produrrà condizioni economiche positive per la regione torinese: occupazione, investimenti, innovazione, domanda, offerta, redditi. Un problema da risolvere sarà quello di eliminare dal portafoglio industriale torinese tutte le attività manifatturiere che verranno assorbite dai paesi in via di sviluppo con costi di manodopera imbattibili ancora per i prossimi quindici anni. Tutta la politica sindacale del mondo industrializzato, e di quello italiano in particolare, dovrà scontrarsi con questo problema che avrà ripercussioni politiche, sociali, valutarie, sugli investimenti e sul quadro di vita di portata rivoluzionaria. Risolta la diversificazione e smantellate le sacche improduttive della fase storica superata, ci si avvierà ad una serie di equilibri territoriali, urbani e sociali che modificheranno profondamente, e in positivo la figura della Torino metalmeccanica. La città nel percorso della crisi, troverà di nuovo lo spirito eclettico, l’ironia incisiva, l’aggressione imprenditoriale e l’espressione culturale, che erano la sua marca agli inizi del secolo e fino agli anni trenta. L’infatuazione leghista maturerà, con i fallimenti operativi che necessariamente risulteranno dalla approssimazione e dalla presunzione dei suoi attuali rappresentanti, in un atteggiamento nuovo, diretto, semplice, capace di colloquio internazionale, nel rispetto, in avanti, dei valori locali e non nella loro dimensione riduttiva. Fra 20 anni. Nell’attesa e nella attiva speranza recuperiamo la quotidianità, l’Ordinaria Amministrazione e i suoi affetti. …..