Oggi
29 ottobre 2004 i Capi di Stato e di Governo ed i Ministri degli Affari esteri
di 29 Paesi europei hanno partecipato a Roma alla cerimonia della firma del
Trattato e dell'Atto finale che stabiliscono una Costituzione per l'Europa. E se
le radici Cristiane non sono state incluse nella nuova Costituzione, la firma è
avvenuta sotto la statua del Papa Innocenzo X, con Urbano VIII come testimone!
Inoltre, la foto di gruppo è stata scattata davanti alla testa dell'imperatore
Costantino, colui che proclamò il Cristianesimo, religione dell'Impero romano.
Il Trattato e l'Atto finale sono stati firmati dai 25 Stati membri dell'Unione
Europea.
I Paesi candidati Turchia, Bulgaria e Romania hanno firmato solo l'Atto finale.
La Croazia ha partecipato in veste di osservatore, in quanto paese candidato che
non ha partecipato ai lavori della Convenzione.
Gli Stati membri dovranno adesso ratificare la Costituzione in accordo con le
loro rispettive legislazioni interne.
Questo processo di ratifica potrebbe durare circa due anni.
La Costituzione europea sostituisce la maggior parte dei Trattati esistenti ed è
preceduta da un preambolo.
La firma del Trattato è avvenuta in Campidoglio, Sala degli Orazi e Curiazi, la stessa sala in cui i Sei Paesi fondatori - Belgio, Francia, Germania, Italia, Lussemburgo, Olanda - firmarono il 25 marzo 1957 i Trattati istitutivi della Comunità economica europea (CEE) e della Comunità europea per l'energia atomica (Euratom) a Roma, da cui il nome ancora in uso di "Trattati di Roma".
Eccellenze,
cari colleghi, care amiche, cari amici, due date. Roma, 25 marzo 1957. Roma, 29
ottobre 2004. E' passato quasi mezzo secolo. La sala dove tra poco firmeremo il
Trattato costituzionale è la stessa nella quale i sei Paesi precursori firmarono
i Trattati di Roma. L'Europa era spaccata in due. I nostri popoli erano ancora
divisi, bisognosi di aiuto esterno, impegnati in una difficile ricostruzione
economica e politica che si sarebbe protratta per anni. Eppure, qualcuno già
cominciava a pensare con preveggenza e con coraggio all’Europa del domani, a
gettare le basi per la riunificazione. Il processo d’integrazione europea, nato
con queste premesse, tra molti scetticismi e riserve, si è rivelato invece la
più proficua e duratura utopia del secondo dopoguerra. Quell'idea era per dirla
con Erasmo da Rotterdam una "lungimirante e visionaria pazzia". L'apparente
follia dei nostri padri fondatori è diventata invece una meravigliosa realtà,
che si arricchisce oggi di un nuovo fondamentale capitolo. Attraverso queste due
date, 1957-2004, corre il filo delle nostre identità, prima disperse, oppresse e
calpestate in molti Paesi da un odioso totalitarismo, oggi finalmente ritrovate
attorno a un ideale comune di libertà, di democrazia, di giustizia e di
prosperità. L'Europa che stringe i suoi vincoli sul piano delle istituzioni è
arrivata a questo traguardo attraverso successivi avanzamenti, realizzati con
pazienza e tenacia, senza aver mai abbandonato il metodo del consenso: uno
spazio economico senza barriere interne, la moneta unica, una politica di
libertà e sicurezza, una proiezione sempre più condivisa nelle relazioni esterne
e nella politica estera. Il 4 ottobre 2003, sempre qui a Roma, inaugurammo la
Conferenza intergovernativa. Era un momento di grandi speranze, ma anche di
grandi incertezze. Ci stavamo assumendo rilevanti responsabilità di fronte ai
nostri cittadini. Non potevamo, non dovevamo, fallire. Dissi allora che eravamo
chiamati a compiere, più che un atto di fede, un atto di volontà. Che quella
doveva essere la Conferenza della volontà europea. Oggi, dopo poco più di un
anno da quel solenne momento, abbiamo raggiunto il nostro obiettivo e mantenuto
fede al nostro impegno. Mai nella storia si era visto l’esempio di Nazioni che
decidono volontariamente di esercitare insieme i propri poteri sovrani,
nell'esclusivo interesse dei loro popoli, superando ragioni secolari di rivalità
e di diffidenza. Mai nella storia i valori fondamentali della libertà e della
democrazia hanno avuto un ruolo così importante nel legare il destino di
centinaia di milioni di persone. L’evento odierno segna dunque una data storica:
l'Europa si dà finalmente una Costituzione, basata sul duplice ed inseparabile
consenso dei cittadini e degli Stati membri. Nel firmare questa Costituzione
dobbiamo aver ben presente che nessuna costituzione, nessuna istituzione
politica, nessuna istituzione giuridica, vive di vita propria. Il momento
costituzionale dell’Europa unita sarà quindi sempre legato alla continua
affermazione delle volontà dei popoli e delle Nazioni europee di integrarsi
sempre di più sul piano politico, sociale ed economico, e di agire insieme in
una serie di ambiti vitali per il loro futuro. La Costituzione che firmiamo oggi
dovrà pertanto essere supportata da un impegno continuamente rinnovato, tanto
dei suoi cittadini quanto dei suoi Governi. L’Europa unita è, e sempre più sarà,
un plebiscito quotidiano. Care amiche, cari amici, da oggi inizia il processo di
ratifica del Trattato costituzionale da parte degli Stati membri. Ci impegneremo
affinché l'Italia ratifichi subito il nuovo Trattato. Il sentimento europeista è
parte della nostra storia di italiani, è solido, è entusiastico e spero possa
essere anche contagioso. È mia ferma convinzione, prima ancora che mio forte
auspicio, che tutti i popoli, i parlamenti ed i governi degli Stati membri
daranno il loro consenso perché intimamente convinti che il loro destino di
libertà, di pace e di prosperità, si identifica con quello dell'Europa unita,
quell'Europa che in questa "urbs urbium", in questa "città delle città", compie
oggi uno storico passo avanti.
Il Campidoglio fu centro politico e religioso di Roma antica ed è oggi sede
dell'amministrazione cittadina.
La Piazza del Campidoglio, cui si accede principalmente attraverso la
scenografica scalinata della "cordonata", fu creata su progetto e disegno di
Michelangelo. Al centro spicca la copia della Statua equestre dell'imperatore
Marco Aurelio.
In fondo alla piazza il Palazzo Senatorio, ai lati il Palazzo dei Conservatori e
il Palazzo Nuovo (dove si trova l'originale del II secolo d.C. della Statua di
Marco Aurelio).
La "Sala degli Orazi e Curiazi", nel Palazzo dei Conservatori, è così chiamata
per uno degli affreschi raffigurante il "Combattimento tra gli Orazi e Curiazi".
Tra gli altri affreschi che rappresentano episodi della Roma antica: "Romolo che
traccia il solco della Roma Quadrata" e "Il Ratto delle Sabine".
Tra le altre sale del palazzo, la "Sala delle Guerre Puniche", la "Sala di
Annibale" e la "Sala della Lupa" con al centro uno dei simboli di Roma, la
celebre "Lupa Capitolina", in bronzo, della fine del VI o inizio del V secolo
a.C. Alla Lupa, nel secolo XV, vennero aggiunti i "Gemelli".