Conferenza stampa di Berlusconi

Roma - 26 marzo 2002

Il presidente del consiglio, Silvio Berlusconi''Il signor D'Alema ha proposto di cambiare l'art.18 e il signor Cofferati l'ha stoppato e il signor D'Alema si e' fermato. Io non posso fare quello che hanno fatto i precedenti governi, io devo cambiare perche' i cittadini italiani vogliono che chi hanno eletto con quel mandato lo rispetti e cambi il paese'', ma senza fare ''guerre di religione''. Lo ha sottolineato il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi conversando con i giornalisti. Dopo la riunione con i presidenti dei partiti che formano la coalizione di governo, il presidente Silvio Berlusconi ha parlato, nel corso di una conferenza stampa, sugli ultimi avvenimenti. "Le dichiarazioni di pochi ministri non fanno testo, il governo è composto da più di settanta persone tra ministri e sottosegretari. Il Ministro Bossi non ha mai detto le cose a lui attribuite, lo stesso Bossi ha voluto smentire". Dopo aver fatto questa premessa, il capo del Governo ha poi affrontato i temi che stanno rendendo incandescente il clima politico in questi giorni, soprattutto la diatriba con il sindacato per le riforme sul mondo del lavoro.

Silvio Berlusconi ritiene che, secondo i calcoli fatti dalla questura, i manifestanti sabato scorso "erano in 700 mila, non di più, molti dei quali erano in gita pagata, erano lì solo per una scampagnata". E poi: "Molti di loro credevano che fosse a rischio il loro posto di lavoro", cosa "non vera", frutto solo di "menzogne e falsità". "Queste modifiche dell'articolo 18 non comportano alcun possibile licenziamento per nessuno dei cittadini italiani che hanno un lavoro, ma aprono la porta a chi non ha un lavoro. Questa è la verità, il resto sono menzogne". Berlusconi ha poi voluto precisare, quanto già affermato domenica scorsa e cioè che non c'è alcuna collusione tra sindacato e terrorismo. "L'offensiva terroristica" ha aggiunto tende a "bloccare il cambiamento, bloccare le riforme".

Il prossimo sciopero proclamato dai sindacati non potrà essere "generale" ma solo "parziale". Infatti: "I lavoratori italiani sono 21,5 milioni. I sindacati ne rappresentano solo 5 milioni. 12 milioni lavorano nelle imprese artigiane, 4 milioni nel pubblico impiego. Lo sciopero non potrà essere generale ma solo parziale".

Berlusconi ha poi ribadito che Governo e maggioranza porteranno al più presto "la riforma Marco Biagi" in Parlamento. Per il Presidente del Consiglio "il Governo è aperto al dialogo con tutti, ma non tutti vogliono il dialogo".

Per quanto concerne le affermazioni fatte da alcuni ministri, Silvio Berlusconi ha sottolineato come "ciascun ministro è autorizzato a parlare di ciò che gli compete" e che "il governo parla attraverso il suo premier e il suo vicepremier. Non si può strumentalizzare una dichiarazione male espressa, e prenderla a pretesto per accusare il governo di posizioni che non ha mai avuto e di cose che non ha mai pensato" .