*Tutti gli italiani residenti all’estero sono stati inclusi nella popolazione conteggiata per l’assegnazione del numero dei nostri parlamentari europei? *Perché i connazionali residenti oltre Unione non hanno votato alle Europee pur avendo una propria Circoscrizione elettorale? *Con l’entrata in vigore del trattato di Nizza saranno inclusi nel numero della popolazione necessario per raggiungere la maggiornza nelle decisioni dell’Unione?
Dal primo Novembre entrerà in vigore il Trattato di Nizza che disciplina il meccanismo decisionale del Consiglio d’Europa o meglio, che stabilisce i criteri per la formazione della maggioranza(62%) nelle decisioni assunte dall’Unione. Per il calcolo della maggioranza il peso di ciascuno stato membro nelle votazioni del Consiglio dipenderà dal numero degli abitanti attribuiti a quello Stato. Il nuovo sistema prevede che un provvedimento europeo si considera approvato, come accade già ora, quando si raggiunge la maggioranza dei voti stabilita, quando l’approvazione raggiunga almeno il 62% della popolazione dell'Unione. La verifica della percentuale dei paesi favorevoli alla decisione può essere effettuata da qualunque paese membro, perciò è necessario chiarire una volta per tutte: quali siano i diritti degli italiani all’estero ed eventuali differenze con coloro che risiedono oltre Unione, ovvero definire le forme di eguaglianza a partire dal voto per la elezione dei parlamentari europei, magari spiegando perché alcuni di loro non hanno potuto eleggere i propri rappresentanti nell’Unione, perché i residenti oltre Unione non hanno potuto esercitare il proprio voto per corrispondenza (come avvenuto in altri paesi membro) pur avendo una propria Circoscrizione elettorale per esercitare in loco i propri diritti politici. Si rende indispensabile eliminare i motivi della discriminazione, posto che la Costituzione Europea prevede piena uguaglianza di diritti e pari opportunità... che la nostra Costituzione per garantire l’effettività dell’esercizio del voto ai cittadini residenti all’estero ha istituita un’apposita Circoscrizione elettorale e regolato con legge ordinaria come farli votare in loco, per corrispondenza.... Secondo l’interpretazione corrente nel numero dei cittadini dello stato membro devono includersi addirittura anche i cittadini stranieri che vi risiedono. La Germania addirittura ha chiesto ed ottenuto che venissero aggiunti anche i residenti “occasionali” come gli immigrati.(e quelli tedeschi sono 7.000.000 !!!). Il problema è stato recentemente sollevato dalla Presidenza olandese di turno, nell'ultima riunione del Coreper,( il Comitato dei rappresentanti permanenti dei 25).Durante questa riunione è stato chiarito come il criterio concernente (la determinazione) della popolazione non sia stato finora mai utilizzato e come il Trattato di Nizza non fornisca alcun elemento sui dati e criteri che devono essere utilizzati per determinare il numero della popolazione dello stato membro da considerare per calcolare la percentuale della maggioranza (62%) necessaria per la approvazione delle decisioni. L'Olanda, che ha una forte immigrazione, ha suggerito di seguire i criteri dell’Eurostat, ossia rifarsi al numero dei residenti ,linea che è poi prevalsa anche se alcuni paesi, tra i quali l'Italia, hanno chiesto e ottenuto che l'applicazione del criterio concernente la popolazione residente non debba costituire un precedente e che, quindi, la regola possa essere in futuro riesaminata sulla base della cittadinanza... Che significa dunque? che se cittadini stranieri extracomunitari immigrati e residenti vengono inclusi nel calcolo per la determinazione della popolazione degli stati membri (necessaria per verificare la maggioranza delle decisioni assunte), vuol dire che per i cittadini dei paesi membri, che risiedono fuori dell’Unione, la loro inclusione nel calcolo della popolazione elettorale è scontata.: non può essere messa in discussione! D’altra parte la Costituzione Europea si fonda sulla eguaglianza e le pari opportunità, sulla effettività dell’esercizio dei diritti politici. Il 60% dei 4.000.000 di connazionali residenti fuori dell’Unione , pur avendo una propria Circoscrizione elettorale (volutamente inattiva) , non ha potuto partecipare all’ elezioni per il Parlamento dell’Unione Europea di cui fa parte il proprio paese. Alla vigilia dell’entrata in vigore del trattato di Nizza e dell’approvazione del testo della Costituzione Europea gli Italiani all’estero, presa coscienza di questa assurda e grottesca situazione, sentono il dovere di sollevare il problema e le ripercussioni sui loro diritti ed interessi, perciò rivolgono un appello alle forze politiche e parlamentari, a province e regioni, ai mezzi di comunicazione ed a quanti si occupano dei problemi dell’Emigrazione cominciando dal Ministro Tremaglia, Cgie e Comites, perché finalmente questo problema sia affrontato e risolto: i Cittadini devono conoscere i loro diritti ed i loro doveri! Lo Stato ha l’obbligo di affrontare e risolvere certe “situazioni “ specialmente quando riguardano 2.300.000 cittadini: una grande regione del Paese. Gli italiani all’estero vogliono conoscere se appartengono all’Unione Europea , con quali diritti e a quali condizioni!