Censori di corta memoria

Lettera aperta di Tullio Toscano - da L'Opinione dell'11 dicembre 2003

In una lettera aperta al direttore del quotidiano L'Opinione di Roma, Arturo Diaconale, il giornalista Tullio Toscano fa le seguenti considerazioni:

Caro Direttore, non passa giorno che non ci tocchi leggere, sui nostri maggiori quotidiani, articoli di vibrante critica dell'azione governativa, raramente ispirati a ragionevolezza. Nei giorni scorsi, ad esempio, ne ho letto uno su "Il Sole-24 Ore" in cui si sosteneva che per rimediare ai guasti del governo Berlusconi, occorrerebbero dai 10 ai 15 anni. Poiché l'articolo era a firma di un vecchio esponente del Pci, non sono rimasto sorpreso più di tanto, ben sapendo che la sinistra non perdona al Cavaliere di aver vinto le elezioni e di averle sbarrato la strada al potere, che era a portata di mano grazie all'offensiva giustizialista.

Le distruzioni belliche in Italia Ma poiché l'affermazione sullodata mi ha incuriosito (più che indispettito), ho voluto fare mente locale per individuare i guasti (occulti o palesi) del governo in carica, per il cui rimedio occorrerebbe un lasso di tempo più lungo di quello richiesto dalla ricostruzione del dopoguerra. Come si ricorderà, l'Italia era allora per metà rasa al suolo, la rete ferroviaria era distrutta, i ponti sui fiumi erano saltati, etc., ma, a metà degli anni cinquanta, di queste rovine non c'era più traccia, perché il popolo italiano s'era rimboccato le maniche ed aveva compiuto un autentico miracolo. Per fortuna a quel tempo non c'erano nemmeno i sindacati, ad organizzare scioperi e cortei un giorno sì e uno no.

Ora, poiché è buona regola dare a Cesare quel che è di Cesare, ritengo sia giusto riconoscere che i guasti denunciati nell'articolo de "Il Sole-24 Ore" (attribuiti al Cavaliere) non sono visibili in nessun luogo, se si escludono quelli ereditati dalla Prima Repubblica, quando il potere era saldamente nelle mani della Dc e del Pci, che ne condividevano vantaggi e privilegi. Sta di fatto che ciò che oggi non va bene risale interamente a quell'epoca, come il debito pubblico che graverà sulle nostre spalle sino al 2020 almeno, l'eccessiva pressione fiscale che il grosso debito impedisce di moderare, il cattivo funzionamento della scuola e dell'università consegnate ai facinorosi dopo il 68, l'inquinamento dei rapporti di lavoro a causa dell'azione sconsiderata dei sindacati, etc..

I guasti sono questi, e se occorrono (come si dice) 10-15 anni per rimediarvi, è principalmente la sinistra (comunisti, ex e post), che dovrebbe recitare il "mea culpa". Sarebbe perciò più onesto che questi censori da strapazzo, anziché parlare di "berlusconismo" da combattere, facessero uno sforzo di memoria per ricordare le gravi responsabilità che gravano sulla loro parte politica, per i mali di cui soffre oggi la società italiana.