Cartolina dal Brasile

Tam Tam Brasile - Gennaio 2005

Il presidente Lula e Celso Furtado (Foto Ivaldo Cavalcanti)“Al contrario di molti paesi con lo stesso livello di sviluppo, in Brasile la rendita pro-capite non si concentra per aumentare il risparmio, bensì per aumentare il consumo dei più ricchi. La miseria di buona parte del popolo brasiliano è la contropartita dell’iperconsumo di una piccola minoranza privilegiata” . Quasi un testamento. Parole come macigni profferite, qualche mese addietro, da Celso Furtado, uno dei più grandi economisti del mondo morto nel novembre del 2004. Brasiliano, paraibano con molto orgoglio, fondatore di una delle agenzie di sviluppo più importanti del paese(SUDENE), Celso Furtado ha influenzato generazioni di economisti con le sue teorie sullo sviluppo economico giusto. Negli ultimi mesi della sua vita(Furtado aveva 84 anni) andava criticando la politica sociale dell’attuale governo che avrebbe, di lì a poco, fatto fuori due importanti figure dell’area sociale del PT da anni legati a Lula: Carlos Lessa(Presidente BNDS) e Frei Betto(Coordinatore FOME-ZERO). Per sottolineare ancora una volta le lucide, terribili parole di Furtado proprio in questo giorni, in barba ai dati straordinari dell’ultima bilancia commerciale e di una incoraggiante quanto timida ripresa economica trascinata dai numeri record delle esportazioni e dell’agricoltura, il Banco Centrale decide di effettuare il terzo consecutivo aumento dei tassi d’interesse portandolo, praticamente, al primo posto del ranking mondiale. Palocci difende il più alto tasso d’interessi del pianeta quale unico rimedio per tenere sotto controllo l’inflazione. E così sia… Così, mentre i “lulisti” di tutto il mondo esultano per i brillanti risultati della macro economia, l’UNICEF denuncia nell’ultima relazione intitolata “ Situazione Mondiale dell’Infanzia - 2005” la presenza, incomoda per molti soloni della politica brasiliana, di 27,4 milioni di brasiliani con età fino a 17 anni che vivono sotto la soglia della povertà. Allo stesso modo non farà notizia, soprattutto dopo l’onda assassina che ha messo in ginocchio l’Asia, i 14.000 adolescenti dai 12 ai 19 anni che ogni anno muoiono in Brasile a causa della violenza urbana sempre secondo l’UNICEF. E allora tutti naso un su ad ammirare l’Aerolula, il nuovo lussuosissimo aereo presidenziale costato la bazzecola di 56 milioni di dollari, fulgido esempio di “…iperconsumo di una piccola minoranza privilegiata” nella definizione amara del defunto economista. Mezz’ora, invece, è il tempo medio stimato da un recente studio di servizi sociali di Rio de Janeiro, per un ragazzo di strada essere preso dalla polizia, avviato alle cure di una istituzione e ritornare esattamente da dove era venuto: dalla strada! È incredibile assistere, dopo anni di pratiche di questo tipo così chiaramente fallimentari, al perpetrarsi di tali strategie che non fanno altro che sottolineare l’inadeguatezza delle politiche e delle strutture preposte ad affrontare il problema dei ragazzi di strada. Da anni andiamo dicendo che il sistema degli organismi pubblici e privati atto a raccogliere e orientare i ragazzi di strada è anacronistico, sorpassato, ormai, dall’evidente necessità di lavorare sulla famiglia ed il nucleo significativo degli affetti e dei legami comunitari laddove essi esitono o possono essere attivati. Tam Tam Brasile ricorre alle case d’accoglienza per minori solo in ultima istanza come, tra l’altro, prescritto dall’articolo 92, cap.2 dello Statuto dei bambini e degli adolescenti – legge 8069/90” che priorizza il ritorno del bambino nel seno familiare e comunitario. Tra gli altri diritti dell’infanzia brasiliana riconosciuti nello Statuto ci sarebbe quello sacrosanto allo studio. Basta solo dirlo ai genitori che fanno la fila giorni e giorni accampati al ben peggio fuori alle scuole pubbliche per garantire alla prole un posto, per testare lo stato di salute del diritto e del senso civico tra le istituzioni pubbliche quando si tratta di garantire l’essenziale. Per salute, sicurezza e studio, quindi, passare tra(forse) vent’anni. Per ora va bene un altro bel Carnevale…