Ti proponiamo l’intervista rilasciata da Sandro Bondi al ‘Corriere della Sera’….
«Tirare
per la giacca il capo dello Stato strumentalizzando le sue parole e piegarle da
una parte o dall’altra, a seconda delle convenienze, sarebbe il torto maggiore
che potremmo fargli».
Il coordinatore di Forza Italia, Sandro Bondi, offre questa chiave interpretativa dell’intervento di Carlo Azeglio Ciampi davanti alle altre cariche dello Stato. Un intervento che, per ampiezza dei temi e per gravità dei toni, può essere letto come un messaggio di grande preoccupazione rivolto all’intero Paese. Entrando nel merito dei rilievi, lei, onorevole Bondi, come valuta le parole di Ciampi?
«Do un giudizio molto positivo, perché, come sempre è avvenuto in questi anni, il capo dello Stato ha cercato di rivolgere un invito al confronto costruttivo tra i partiti e alla collaborazione tra le forze sociali ed economiche in modo da creare un clima di fiducia e di ottimismo nel futuro del Paese».
Chiarito questo, come giudica i richiami sulla giustizia?
«Il capo dello Stato non ha dimenticato la lezione giuridica e morale di Pietro Calamandrei sulla giustizia e sul rapporto che deve intercorrere tra Parlamento e ordine giudiziario. Le sue parole sulla lentezza della giustizia italiana sui diritti negati dei cittadini, sulla necessità che i magistrati non soltanto siano ma anche appaiano indipendenti, autonomi e imparziali - e quindi la necessità di una riforma dell’ordinamento giudiziario - vanno accolte e tradotte in un confronto parlamentare costruttivo e in un dialogo tra maggioranza e opposizione come ha auspicato di recente anche l’onorevole Rutelli...».
Ma Ciampi ricorda che la riforma dell’ordinamento giudiziario «contiene importanti profili di costituzionalità».
«Non è una novità, dato che il Presidente ha ritenuto di rinviare il testo alle Camere. Le parole dette oggi da Ciampi, o meglio lo spirito del suo messaggio, denunciano soprattutto la lentezza dei processi e la necessità di una riforma dell’ordinamento giudiziario. Ripeto, queste sollecitazioni vanno accolte e tradotte in un confronto parlamentare costruttivo e in un dialogo stringente tra maggioranza e opposizione in modo da accogliere la sostanza dei rilievi del capo dello Stato».
Passiamo alla riforma istituzionale ora all’esame del Senato. Il Presidente invita di nuovo a riaprire il dialogo proprio a palazzo Madama.
«Ciampi ha riconosciuto giuste e fondate le esigenze alle quali risponde la riforma delle istituzioni. Dopo un dibattito durato oltre vent’anni finalmente questa riforma è in dirittura d’arrivo. Ora, però, è venuto il momento di fare nascere la nuova architettura dello Stato fondata sulla sussidiarietà e la governabilità democratica. L’attuale maggioranza non si è mai chiusa al confronto con l'opposizione e ha sempre creduto nella possibilità di migliorare il testo attraverso il confronto parlamentare. E questo è avvenuto anche durante l’ultimo esame alla Camera. Sono state accolte molte proposte dell’opposizione in punti non secondari, quali, ad esempio, le competenze esclusive da attribuire allo Stato. Nessuno può dire quindi che questa riforma non sia stata contrassegnata dall’apertura al dialogo e dalla ricerca di una possibile condivisione dell’impianto generale».
Passiamo all’economia. Il Presidente è molto preoccupato: teme che senza investimenti in ricerca e innovazione sia compromesso il futuro della nostra economia.
«Il Presidente ha perfettamente ragione quando ricorda che dobbiamo investire di più nella ricerca e nella innovazione come condizione fondamentale per garantire la capacità di competere del "sistema Paese" e quando sottolinea che questo impegno deve essere esteso anche alle imprese e all’intero sistema produttivo italiano. Ripeto: il rilievo del capo dello Stato è molto complesso e circostanziato. Non va affatto interpretato come qualcuno ha fatto: è un invito. Ciampi, infatti, auspica che l’intero "sistema Paese" si impegni con l’unità di intenti di tutte le forze sociali nel recupero della competitività. E, molto correttamente, questo invito è rivolto a tutti, affinché siano capaci di un impegno corale che finora è invece mancato».