Zoratto: Stampa italiana disattenta e provinciale

Roma, 15 dic. - (Adnkronos) - Marcello D'ANGELO

Bruno ZorattoBruno Zoratto componente del Cgie non é affatto soddisfatto di come si é svolta questa prima Conferenza degli italiani nel mondo. Le critiche sono molte e tutte circostanziate.

Zoratto, proviamo a fare un bilancio? 

Da un punto di vista politico il giudizio su questo incontro è sicuramente favorevole in quanto offre la possibilità di aggiornare le tematiche e discutere sui problemi comuni. Ma il giudizio che esprimo in merito alle modalità organizzative della conferenza è assolutamente negativo. Devo denunciare fermamente l'incapacità di chi é alla presidenza di questo Comitato organizzatore, che non è stato in grado di valorizzare l'importanza di questo incontro. In questo senso la conferenza é stata veramente un'occasione persa, perché sarebbe stato il luogo più opportuno per riservare la giusta attenzione alle questioni aperte e mai chiuse, invece a causa di questo clima di disorganizzazione generale è emerso ben poco. Si avverte dai vari interventi fatti durante il convegno una protesta unanime nei confronti del governo, anche chi é di sinistra denuncia , come fa l'opposizione, il governo che sta facendo poco o niente, e gli interventi che ha fatto sono stati fatti male. Un altro aspetto rilevante che traspare é che ovunque si parla e si rivendica l'esercizio del diritto di voto. Tremaglia é stato osannato e abbracciato dal Capo dello stato e questo gesto é la dimostrazione evidente di questa volontà, a prescindere dall'appartenenza politica."

La critica é rivolta anche all'organizzazione

"Ma certo, non esiste un ufficio stampa, non esiste una documentazione e, soprattutto, non esiste una volontà di comunicare con l'esterno. Ieri ho acquistato 15 giornali e fra questi solo l'Avvenire a dedicato 4 righe al convegno. Ciò dimostra non solo l'incuria delle redazioni, ma il loro provincialismo, e l'incapacità di una organizzazione che non é stata in grado di collegarsi con i media in maniera adeguata. Anche la struttura organizzativa fa acqua, c'è stata una carenza di persone addette all'organizzazione. Il presidente Danieli in occasione di questo incontro importantissimo, avrebbe dovuto sollecitare il ministero degli Esteri a mettere a disposizione dell'organizzazione almeno lo stesso numero di persone che era presente nella seconda Conferenza nazionale dell'emigrazione. Basta pensare che per preparare quest'incontro si sono tenute 5 0 6 assemblee con il comitato organizzatore, mentre nella precedente conferenza , quella dell'88, il Comitato organizzatore e quello esecutivo si sono incontrati per 34 volte in 8 mesi. Ciò dimostra che in quel caso c'era una struttura realmente funzionante e c'era un rappresentante del governo, nella persona di Bonalumi, capace di assumersi le sue responsabilità, il signor Danieli, invece, talvolta rifugge dalle sue responsabilità."

A parte il segretario dei popolari Castagnetti gli altri segretari di partito hanno disertato la prima conferenza, come mai? 

"I delegati dell'area di destra si sono incontrati l'altra sera all'Ergife con il segretario di An Gianfranco Fini. Tutti gli hanno riconosciuto l'impegno verso gli italiani all'estero. Venire qui a fare delle promesse che poi non vengono mantenute non serve a nulla, sul palco si è presentato Massimo D'alema, ha fatto delle promesse, mi auguro che vengano mantenute. Però ritengo che i segretari dei partiti non siano venuti, non soltanto per mancanza di interesse, ma anche perchè non sono stati messi nella condizione di partecipare. Ad esempio, Gianfranco Fini aveva chiesto di intervenire oggi, gli è stato detto che non era possibile. Gli organizzatori, invece si dovrebbero rendere conto che ogni contributo è essenziale e valido per la comune causa, ma anche in questo caso la responsabilità principale ricade sul presidente Franco Danieli che non si è dimostrato all'altezza del compito."

Ma uno degli obiettivi della Conferenza non era proprio quello di confrontarsi con le istituzioni nazionali? 

"L'obiettivo della Conferenza era di verificare quello che è stato fatto dal 1988 ad oggi. Questo è stato fatto, ma da quel giorno ad oggi il Governo ha fatto zero virgola zero, a parte la legge sui Comites e sul Cgie, altro non è stato fatto. Certo c'è la riforma Costituzionale che ha inserito nel contesto della Costituzione la rappresentanza degli italiani all'estero, è una vittoria storica ed ha un suo significato. Io sono convinto che quando voteremo tutto questo disinteresse verrà meno perchè è ovvio che lo stimolo sarà forte. Però, ora siamo al punto in cui occorre andare oltre, il Parlamento deve approvare senza perdere altro tempo la legge ordinaria per dare definitiva concretezza al voto degli italiani residenti all'estero. Se c'è la volontà politica questa situazione di stallo si può superare. Il presidente del Senato Nicola Mancino ha garantito che tecnicamente esiste la possibilità di approvare entro gennaio la legge ordinaria".