La
Regione è sempre più protagonista della politica, dell'economia, degli
interventi sociali e ambientali, della promozione culturale nel territorio: per
i nuovi poteri che le vengono assegnati dalle riforme costituzionali e per la
stabilità di governo che, negli anni 2000-2005, ha garantito al Veneto e alla
sua popolazione (4 milioni 642 mila) iniziative, leggi, opere, risposte ai
problemi, progetti.
Le precedenti elezioni regionali si erano svolte il 16 aprile 2000. Il "Programma di governo 2000-2005", presentato al Consiglio regionale dal Presidente Giancarlo Galan, era imperniato su sei priorità:
- formazione, ricerca, istruzione in funzione del sostegno allo sviluppo economico; - garantire elevati standard di qualità nella sanità e nei servizi sociali; - la sicurezza; - la mobilità; - la risorsa ambiente per il turismo e il mondo agricolo; - la rivoluzione di Internet (la transizione del nostro sistema sociale e produttivo nella nuova dimensione segnata dalle nuove tecnologie e dalla "risorsa informazione").
Gli anni della settima legislatura regionale hanno visto trasformarsi lo scenario entro il quale il Veneto ha finora raggiunto i suoi traguardi di benessere. Nell'economia mondiale sono cresciuti nuovi grandi protagonisti, in particolare la Cina. L'Unione Europea ha introdotto una sua moneta forte, l'euro, e si è allargata a 25 Paesi, che ora concorrono con noi sull'utilizzo dei fondi comunitari e nell'Est offrono possibilità di delocalizzazione delle imprese. Siamo entrati in una fase nuova, che il governo regionale ha studiato, indicando gli obiettivi da perseguire nel Programma Regionale di Sviluppo adottato dalla Giunta nel dicembre 2003.
Il "Primo Veneto" era quello dal dopoguerra agli anni settanta, quando è nata la Regione: il territorio,la cui economia era caratterizzata dall'agricoltura di sussistenza e da cui partiva una forte emigrazione, si trasformò grazie a un vivace sviluppo artigianale e industriale.
Il "Secondo Veneto" è quello che ha partecipato al "miracolo del Nord Est", a risultati da primato nella crescita economica, nella diffusione del benessere e del reddito.
Il "Terzo Veneto" è quello che nei prossimi anni dovrà dare risposte adeguate alle richieste di competitività economica, di vivibilità del territorio, di crescita armonica delle persone, delle famiglie e delle comunità locali.
La Regione del Veneto è consapevole del cambiamento, della necessità di migliorare di continuo la competitività, di salvaguardare la qualità della vita e si propone di governarne le dinamiche entro i grandi ambiti dei suoi compiti istituzionali, di indirizzo e di snodo: tra le competenze dello Stato e dell'Unione Europea, da una parte, e, dall'altra, dei Comuni, delle ULSS, delle Province, degli Enti, delle istituzioni e delle organizzazioni che localmente sono più vicino ai cittadini.
Per una mobilità sostenibile nel territorio, per l'adeguamento delle infrastrutture nella rete stradale e ferroviaria, la Regione ha agito attivamente e compiuto importanti passi avanti, che riguardano:
- il Passante di Mestre fra Mira/Mirano e Quarto d'Altino (i cantieri per la realizzazione dei 32,3 chilometri necessari sono aperti, i lavori - per un costo di € 750 milioni - si concluderanno a maggio 2008); - la Superstrada pedemontana veneta (un investimento di € 1.989 milioni , una risposta alle esigenze delle province di Treviso e Vicenza, uno scorrimento alternativo alla A4 per i traffici est-ovest); - l’ Autostrada A-28 Sacile-Conegliano; - la Valdastico Sud (progetto di circa un miliardo di euro per collegare l'autostrada A4 Brescia-Padova con la Transpolesana Rovigo-Verona); - l’ Autostrada Nuova Romea (Venezia-Ravenna).
A sostegno di queste e altre opere la Regione ha mediato e concluso fondamentali accordi di programmazione con la Presidenza del Consiglio dei Ministri e con il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Così si è potuto, tra l'altro, avviare l'ammodernamento della tratta Adria-Mestre e completare la prima fase del Sistema Ferroviario Metropolitano Regionale (potenziamenti, interconnessioni dei trasporti pubblici locali, eliminazione di passaggi a livello), in un'area entro la quale gli spostamenti quotidiani, soprattutto per lavoro o studio, risultano in media 1 milione 750 mila. Un posto prioritario, nelle strategie regionali per i trasporti, è dato all'obiettivo di tenere il Veneto al passo con i progetti dei grandi Corridoi europei: il Corridoio V da Lione a Budapest attraverso la pianura padana, con la realizzazione dell'Asse ferroviario alta velocità-alta capacità Milano-Venezia-Trieste; il Corridoio I da Berlino al Mediterraneo attraverso il Brennero; il Corridoio Adriatico verso i Balcani e l'Oriente.
Per non tagliarci fuori dai grandi collegamenti del futuro, occorre garantire efficienza e sicurezza all'intero sistema viabilistico, adeguando tutta la rete primaria. La Regione ha sostenuto un gran numero d'interventi mirati all'eliminazione di punti di pericolo e di congestione: • sulla rete stradale di competenza statale, un impegno finanziario regionale di circa € 18 milioni ha consentito all'ANAS di appaltare opere di miglioramento per complessivi € 338 milioni; • sulla rete stradale regionale (ammodernamento e realizzazione di gallerie, di varianti ai centri abitati, di viadotti e rotatorie) sono state appaltate opere per € 300 milioni; • per la rete stradale provinciale e comunale, nel periodo 2002-2004 sono stati concessi contributi per € 85 milioni, attivando oltre € 203 milioni di investimenti per un totale di circa 400 interventi.
La rete delle piste ciclabili è stata incrementata del 25%. Gli interventi (166 nel 2002-2004) per l'allontanamento dei mezzi pesanti in ambito urbano e per la creazione di parcheggi hanno ricevuto dalla Regione contributi per € 7 milioni, che hanno attivato oltre € 23 milioni di investimenti. La Regione ha inoltre contribuito al sostegno degli investimenti degli enti locali per l'ammodernamento e il potenziamento del parco autobus, finanziando fino al 75% del costo e portando a una consistente diminuzione dell'età media (sui 7,7 anni) dei 3.146 mezzi in circolazione. Interventi per € 10 milioni hanno favorito il traffico merci nei porti e negli interporti e così perseguito la riduzione del traffico stradale e autostradale dei mezzi pesanti, mirando in tal modo a diminuire gli incidenti e l'inquinamento atmosferico e acustico. Nell'intento del riequilibrio fra le varie modalità di trasporto, è stata resa operativa l'idrovia Fissero-Tartaro-Canalbianco-Po di Levante, utilizzata da unità nautiche commerciali che collegano i porti di Marghera, Chioggia e Ravenna all'interporto di Rovigo e ai porti di Mantova e Cremona. Il quinquennio ha visto la costituzione e l'intensa attivazione della Veneto Strade S.p.A, una società di capitali per la progettazione, esecuzione, manutenzione, gestione e vigilanza delle reti stradali. Questa nuova società a partecipazione pubblica e privata, nata per volontà congiunta della Regione, delle Amministrazioni provinciali e di quattro società autostradali operanti nel territorio veneto, ha dato regia e coordinamento agli interventi per l'adeguamento della rete viaria trasferita dallo Stato alle Regione e alle Province: il primo piano triennale, interamente finanziato per € 867 milioni, ha permesso la realizzazione di 100 diversi interventi.
La Regione ha investito fortemente sull’integrazione tra istruzione, formazione e lavoro. Percorsi professionalizzanti sperimentali, contratti di apprendistato e l’alternanza tra scuola e lavoro hanno coinvolto 70.000 giovani Per l’orientamento scolastico e lavorativo sono stati creati strumenti multimediali, organizzati stages in azienda per 5.600 studenti, rinnovati i Centri per l’impiego. Grazie al Fondo Sociale Europeo è stato dato sostegno massimo all’integrazione formazione-lavoro. La Regione Veneto ha dimostrato alti livelli di efficienza e di efficacia nell’utilizzo delle risorse comunitarie (ricevendo un bonus premio di € 20 milioni), in particolare nei corsi rivolti ai disoccupati. Dei 103.300 beneficiari, il 58% ha trovato un lavoro entro un anno dalla fine del corso e per lo più in un’occupazione coerente con l’intervento formativo fruito. L’attenzione alle pari opportunità ha valorizzato la presenza delle donne. La Regione ha voluto rinnovare il modello di formazione continua, fondamentale per sviluppare continuativamente le capacità personali entro la competitività diffusa nel tessuto produttivo veneto: ha attivato l’auto responsabilizzazione dei singoli tramite buoni individuali da spendere in percorsi formativi inseriti in un catalogo regionale (12.000 i beneficiari nel triennio 2002-2004); ha sostenuto circa 50 “progetti strutturati” che hanno coinvolto 2000 piccole e medie imprese in iniziative di qualificazione e formazione specifica nei singoli settori e distretti produttivi.
La Regione è intervenuta sui seguenti versanti: sperimentazione di modalità didattiche nuove, aggiornamento dei docenti, inserimento di esperienze internazionali (si è finanziata una serie di progetti che hanno coinvolto 3803 studenti, 503 docenti e più di 400 istituti); qualità delle strutture: per il loro miglioramento l’impegno regionale e statale dall’inizio del mandato è aumentato da 2 a oltre 12 milioni di euro; diritto allo studio: per le università la capacità di soddisfare le domande pervenute è aumentata dal 27 al 91%, e crescono le percentuali di copertura per il diritto allo studio non universitario; parità scolastica: i buoni scuola, introdotti dal 2001 per le famiglie che optano per la frequenza dei figli a scuole private riconosciute, consentono di accogliere circa 16.000 richieste ogni anno, con un impegno finanziario complessivo di € 40 milioni
Altri ambiti d’impegno regionale per la persona (oltre all’istruzione, alla formazione e al lavoro) sono la cultura e lo sport. Le dotazioni culturali nel Veneto costituiscono un patrimonio vivo di enorme valore, raccolto in 300 musei, 600 biblioteche, in un grande numero di archivi di rilevanza storica nei comuni, nelle istituzioni culturali e nelle parrocchie. La Biennale di Venezia, la Fondazione Giorgio Cini, la Fondazione Guggenheim, l’Accademia Galileiana di Padova, il Centro Internazionale di Studi Palladiani a Vicenza, le fondazioni liriche La Fenice e l’Arena di Verona, il Teatro Stabile del Veneto, l’Orchestra di Padova e del Veneto, i Solisti Veneti: ecco alcuni nomi della cinquantina di istituzioni che promuovono eventi di richiamo nazionale e internazionale. L’intervento della Regione è evoluto da un ruolo di gestione contabile dei contributi all’azione d’indirizzo, coordinamento e programmazione. E’ stato promosso il decentramento della gestione amministrativa di parte dei finanziamenti (relativi a manifestazioni ed eventi a carattere locale, con oltre € 4 milioni assegnati alle Province). Si è intensificata la relazione con le maggiori istituzioni culturali, per promuovere una progettualità internazionale di lungo periodo. E’ stato rafforzato l’impegno finanziario a sostegno delle espressioni artistiche (teatro, musica, danza, cinema) e dei servizi culturali (con un aumento dell’investimento annuo del 50% per le biblioteche e del 100% per i musei). E’ stato dato sostegno alla diffusione della conoscenza del patrimonio culturale e artistico veneto. Risultati di grande rilievo: la conclusione della grande opera “Storia di Venezia” in 12 volumi (realizzata in collaborazione con la Fondazione Cini e l’Istituto Treccani); il completamento, dalle origini all’Ottocento, della prestigiosa collana in 13 volumi “La Pittura nel Veneto”. La valorizzazione della cultura veneta è stata inserita nei moduli didattici di oltre 700 scuole ed è stata perseguita anche tramite la “digitalizzazione” del patrimonio. L’attività di catalogazione con i computer ha consentito d’incrementare la banca dati di 5.700 schede. Sono stati finanziati 72 progetti per il settore archeologico. Sono stati conclusi tutti i 34 progetti finanziati negli anni 2000-2003 per la conoscenza della Civiltà Paleoveneta ed è stato sostenuto il restauro di circa 1.600 Ville Venete (sono circa 4.000 quelle censite).
Avvalendosi di un accordo di programma con il CONI, la Regione ha agito su due priorità: il sostegno alla pratica sportiva, anche per portatori di handicap (è quadruplicato l’impegno di risorse annuali in favore delle progettualità delle associazioni sportive e delle scuole); la riqualificazione delle strutture e degli spazi attrezzati (con interventi per campi da calcio, palestre, campi da tennis, impianti polivalenti, impianti bocciofili, di atletica, piste ciclabili e podistiche). Le politiche giovanili (elaborate in un Forum regionale e in un Osservatorio) sono state promosse con iniziative quali “Junior Atelier delle giovani idee” e l’attenzione all’ampliamento e all’evoluzione del servizio civile, ora in fase di decentramento e regionalizzazione.