La Mole Antonelliana, il monumento simbolo della città di Torino, diventa la
nuova sede del Museo Nazionale del Cinema di Torino. Dopo sei anni di lavori, il
giovane architetto Gianfranco Gritella, insieme ad Antes Bortolotti, ha ridato
vita al tempio mai divenuto tale. Ma proprio da questo presupposto è partito lo
studio e l’opera del giovane e creativo Gritella, che ha ricevuto il testimone
e l’entusiasmo tenace di Antonelli, secondo cui "le opere devono
diventare tali anche se cambia la destinazione". Ma lunga e travagliata è
stata la storia della Mole, che nel progetto originale commissionato al geniale
architetto piemontese Alessandro Antonelli doveva
essere una sinagoga.
Questa
era, infatti, la volontà del committente, Il Consiglio dell’Università
Israelita. E le continue modifiche al progetto originario dell’architetto, che
prevedeva un edificio di 47 metri e 1500 posti, spazientirono la comunità che
finì per vendere al comune il suo tempio incompleto, che divenne poi nel tempo
la costruzione da 163 metri di altezza che con la sua forma slanciata verso l’alto
sembra toccare il cielo. Il progetto della nuova sede del Museo Nazionale del
Cinema di Torino, dove trovano posto le collezioni di Maria Adriana Prolo, già
ospitate a Palazzo Chiablese, è stato curato dall’architetto svizzero
François Confino, già ideatore della famosa mostra parigina di "Cité-Cine".
Confino ha creato per i visitatori della mostra un vero e proprio percorso che li accompagna idealmente in tutte le fasi della realizzazione di un film e che culmina, nel suo momento espressivamente più alto, in una proiezione sugli schermi giganti situati nell’Aula del Tempio. L’inaugurazione della mostra è accompagnata dalla visione di rassegne cinematografiche con dibattiti, convegni e restauri di pellicole d’epoca.