Passioni
sfrenate per la bellezza e la supremazia dell'arte, simbolo della magnificenza
di un casato, del suo potere assoluto, ma sopratutto di donne e uomini colti,
insaziabili, divorati dal morbo del collezionismo. Per stupire, dominare il
corpo, la mente, i sensi... Si riaccendono le luci a Mantova sull'eccezionale
collezione dei Gonzaga per evocare la dolce, tumultosa vita dei duchi e della
loro corte. Sino all'8 dicembre a Palazzo Te e a Palazzo Ducale aperta al
pubblico la Mostra "Gonzaga. La Celeste Galeria. Il museo dei Duchi
di Mantova", curata da Andrea Emiliani e Raffella Mosselli. Cinque
anni di studi e ricerche, di ricostruzioni e di indagini sono state necessarie
per ridisegnare la mitica collezione dei signori di Mantova. Una sessantina di
studiosi (italiani ed europei) sono stati cinvolti in una vera e propria
avventura scientifica ed intelletuale. Un viaggio a ritroso nel tempo sulle
tracce di molte delle opere della strabiliante raccolta dei Duchi di Mantova
sparse nel mondo. Novanta i prestatori (compresi americani ed australiani), che
hanno permesso l'allestimento della mostra comprese le Royal Collections di Sua
Maesta' Elisabetta II che, per l'occasione, ha prestato nove importanti dipinti.
Dopo 400 anni sono tornate a Palazzo Ducale (sede originale delle preziose
opere) oltre 90 dipinti con alcuni capolavori assoluti nella storia dell'arte
come il "Ritratto di giovane donna
allo specchio" di Tiziano, la "Toilette di Venere" di
Guido Reni e "L'Assemblea degli Dei" di Rubens accanto a quasi
200 gioielli (cristalli di rocca, armi, bronzetti, rari codici musicali e il
preziosissimo "cammeo tolemaico", proveniente da Vienna e assicurato
per 50 mln di euro).
Si tratta solo di ombre sfuocate di quelle che dovevano essere le
collezioni dei Gonzaga, disperse tra il 1627 e il 1628, dopo la morte del duca
Ferdinando (una parte del tesoro fu acquistata da Carlo I di Inghilterra),
violate dai saccheggi dei Lanzichenecchi che nel 1631 fuggirono da Mantova con
287 carri carichi d'oro, suppellettili, mobilio, opere d'arte. Un patrimonio
inestimabile che contava oltre 20 mila oggetti preziosi stipati o esposti in
bella mostra a Palazzo Ducale, non meno di 2000 dipinti di Tiziano, Guercino,
Van Dyck, Mantegna, Giulio Romano, Tintoretto e Veronese. Domenico Fetti,
Giovanni Baglione, Guido Reni, Rubens... Quest'ultimo al servizio
di Vincenzo Gonzaga, irrequieto, sensuale, tentato da tutte le forme d'arte, e
dal suo servizio (sopratutto per missioni diplomatiche) il grande pittore che
sembra viaggiasse a bordo di una scenografica carrozza disegnata come una chiesa
a piu' facciate. "Carrozza barocca scolpita e dipinta tutta volute,
svolazzi ed amorini d'oro", cosi' la descrive Maria Bellonci nel suo 'Segreti
dei Gonzaga'.
Ma chi erano veramente i Gonzaga, da dove nasceva questo smisurato e
straniante amore per l'arte e il collezionismo? "Una febbre che divorava
uomini e donne del casato -spiegano i curatori della mostra- un modo per
colloquiare con il resto dell'Europa, per mostrare alle corti straniere opulenza
e magnificenza. Quasi una sorta di contemporanea promozione (e provocazione)
politico-culturale". Ma chi furono i protagonisti di questa
straordinaria stagione dell'arte che duro' poco meno di un secolo? Isabella
d'Este, moglie di Francesco II marchese di Mantova dal 1490. E' lei l'iniziatrice
appassionata di quella che gli storici chiamano una "bulimia
collezionistica, che sfocia a volte nella psicopatologia di essere insaziabili..."
Ma il vero Rinascimento della casata nasce con Guglielmo (1538-1587); gobbo,
brutto, sgraziato, ottimo amministratore delle fortune della famiglia. Cosi'
diverso dal figlio e successore
del ducato, Vincenzo I. Esuberante, megalomane, dal temperamento sanguigno.
Amante del lusso, delle donne, dell'arte. . Di una eleganza sfarzosa e smodata.
Vincenzo I e' stato scritto: "e' il piu' spettacolare tra i duchi della
famiglia Gonzaga... Le sue imprese a caccia di opere d'arte sono innumerevoli e
memorabili". Il suo desiderio di conoscere, acquistare, sollecitare
committenze e' straordinario. Sperimenta tutto con smisurato entusiasmo. Il suo
unico credo? La sua unica religione? Apparire. E Vincenzo I lo fa. Quando
organizza feste faraoniche a Mantova per accogliere principi, re, ambasciatori
stranieri o quando decide di partire a combattere contro i turchi (accompagnato
da un gruppo di musicisti che eseguivano celebri arie di Monteverdi, scritte per
l'occasione. Quella spedizione fu comunque un fallimento. Vincenzo preferi'
ritornare a Mantova tra i suoi "ozi" sfrenati ed intelletuali.
Ferdinando Gonzaga (1587-1626) figlio di Vincenzo I ed Eleonora de' Medici e'
uno spirito razionale, matematico. Volonta' programmatiche animano le sue scelte
di committenza e collezionismo artistico. Nel corso della sua esistenza accumula,
stratifica, arricchisce incessantemente un patrimonio prezioso aiutato da una
cerchia di amici, intermediari, mercanti, agenti. Un mondo favoloso... Perche'
Palazzo Ducale (aristocratica residenza) come scrive Montesquieu, non era una
dimora "ma una vera e propria cittą". Cuore pulsante e
palpitante del piccolo regno, popolato da un caleidoscopio di personaggi
diversissimi tra loro. Pittori, decoratori, vetrai, orafi, artigiani, letterati,
poeti, musicisti e compositori, cantanti, attori, compagnie teatrali, ballerini,
cuochi, medici, botanici, alchimisti, maghi, dottori universitari e precettori...
Impensabile, forse, oggi un tale frastuono di voci di presenze illustri e grandi
uomini pronti a leggittimare, con il proprio operato, una dinastia. Per
ricostruire quelle atmosfere, un periodo storico di grande fascino e magia (non
solo per gli studiosi) in vendita nei bookshop della mostra cataloghi illustrati
e saggi (editi da Skira), un interessante volume sulla "Cucina dei
Gonzaga" con oltre 40 ricette riprodotte anche attraverso una
documentazione fotografica, un cd con musiche di Monteverdi, scritte
espressamente per i duchi di Mantova. Ed infine un'ultima segnalazione. Cult
Network Italia (il canale tematico satellitare interamente dedicato alla
cultura, all'arte, all'intrattenimento disponibile su "Mondo Stream")
ha inagurato con la mostra sui Gonzaga un ciclo di film-documentari dedicato
alle maggiori esposizioni allestite in Italia.