La celeste galleria: il museo dei duchi di Mantova

Di Carmela Piccione © ADNKRONOS - Ottobre 2002

"Ercole con la clava", bronzo di Pier Jacopo Alari-Bonacolsi detto l'Antico.Passioni sfrenate per la bellezza e la supremazia dell'arte, simbolo della magnificenza di un casato, del suo potere assoluto, ma sopratutto di donne e uomini colti, insaziabili, divorati dal morbo del collezionismo. Per stupire, dominare il corpo, la mente, i sensi... Si riaccendono le luci a Mantova sull'eccezionale collezione dei Gonzaga per evocare la dolce, tumultosa vita dei duchi e della loro corte. Sino all'8 dicembre a Palazzo Te e a Palazzo Ducale aperta al pubblico la Mostra "Gonzaga. La Celeste Galeria. Il museo dei Duchi di Mantova", curata da Andrea Emiliani e Raffella Mosselli. Cinque anni di studi e ricerche, di ricostruzioni e di indagini sono state necessarie per ridisegnare la mitica collezione dei signori di Mantova. Una sessantina di studiosi (italiani ed europei) sono stati cinvolti in una vera e propria avventura scientifica ed intelletuale. Un viaggio a ritroso nel tempo sulle tracce di molte delle opere della strabiliante raccolta dei Duchi di Mantova sparse nel mondo. Novanta i prestatori (compresi americani ed australiani), che hanno permesso l'allestimento della mostra comprese le Royal Collections di Sua Maesta' Elisabetta II che, per l'occasione, ha prestato nove importanti dipinti. Dopo 400 anni sono tornate a Palazzo Ducale (sede originale delle preziose opere) oltre 90 dipinti con alcuni capolavori assoluti nella storia dell'arte come il "Ritratto di giovane donna"Ritratto di giovane donna allo specchio" di Tiziano (1515 c.). allo specchio" di Tiziano, la "Toilette di Venere" di Guido Reni e "L'Assemblea degli Dei" di Rubens accanto a quasi 200 gioielli (cristalli di rocca, armi, bronzetti, rari codici musicali e il preziosissimo "cammeo tolemaico", proveniente da Vienna e assicurato per 50 mln di euro).

 Si tratta solo di ombre sfuocate di quelle che dovevano essere le collezioni dei Gonzaga, disperse tra il 1627 e il 1628, dopo la morte del duca Ferdinando (una parte del tesoro fu acquistata da Carlo I di Inghilterra), violate dai saccheggi dei Lanzichenecchi che nel 1631 fuggirono da Mantova con 287 carri carichi d'oro, suppellettili, mobilio, opere d'arte. Un patrimonio inestimabile che contava oltre 20 mila oggetti preziosi stipati o esposti in bella mostra a Palazzo Ducale, non meno di 2000 dipinti di Tiziano, Guercino, Van Dyck, Mantegna, Giulio Romano, Tintoretto e Veronese. Domenico Fetti, Giovanni Baglione, Guido Reni, Rubens... Quest'ultimo al  "Cristo morto" di Andrea Mantegna (1470-1480), conservato nella Pinacota di Brera a Milanoservizio di Vincenzo Gonzaga, irrequieto, sensuale, tentato da tutte le forme d'arte, e dal suo servizio (sopratutto per missioni diplomatiche) il grande pittore che sembra viaggiasse a bordo di una scenografica carrozza disegnata come una chiesa a piu' facciate. "Carrozza barocca scolpita e dipinta tutta volute, svolazzi ed amorini d'oro", cosi' la descrive Maria Bellonci nel suo 'Segreti dei Gonzaga'.

Ma chi erano veramente i Gonzaga, da dove nasceva questo smisurato e straniante amore per l'arte e il collezionismo? "Una febbre che divorava uomini e donne del casato -spiegano i curatori della mostra- un modo per colloquiare con il resto dell'Europa, per mostrare alle corti straniere opulenza e magnificenza. Quasi una sorta di contemporanea promozione (e provocazione) politico-culturale". Ma chi furono i protagonisti di questa straordinaria stagione dell'arte che duro' poco meno di un secolo? Isabella d'Este, moglie di Francesco II marchese di Mantova dal 1490. E' lei l'iniziatrice appassionata di quella che gli storici chiamano una "bulimia collezionistica, che sfocia a volte nella psicopatologia di essere insaziabili..." Ma il vero Rinascimento della casata nasce con Guglielmo (1538-1587); gobbo, brutto, sgraziato, ottimo amministratore delle fortune della famiglia. Cosi' diverso dal figlio e "Ritratto di Vincenzo I" di Frans Pourbus il Giovane (1604-1605).successore del ducato, Vincenzo I. Esuberante, megalomane, dal temperamento sanguigno. Amante del lusso, delle donne, dell'arte. . Di una eleganza sfarzosa e smodata. Vincenzo I e' stato scritto: "e' il piu' spettacolare tra i duchi della famiglia Gonzaga... Le sue imprese a caccia di opere d'arte sono innumerevoli e memorabili". Il suo desiderio di conoscere, acquistare, sollecitare committenze e' straordinario. Sperimenta tutto con smisurato entusiasmo. Il suo unico credo? La sua unica religione? Apparire. E Vincenzo I lo fa. Quando organizza feste faraoniche a Mantova per accogliere principi, re, ambasciatori stranieri o quando decide di partire a combattere contro i turchi (accompagnato da un gruppo di musicisti che eseguivano celebri arie di Monteverdi, scritte per l'occasione. Quella spedizione fu comunque un fallimento. Vincenzo preferi' ritornare a Mantova tra i suoi "ozi" sfrenati ed intelletuali. Ferdinando Gonzaga (1587-1626) figlio di Vincenzo I ed Eleonora de' Medici e' uno spirito razionale, matematico. Volonta' programmatiche animano le sue scelte di committenza e collezionismo artistico. Nel corso della sua esistenza accumula, stratifica, arricchisce incessantemente un patrimonio prezioso aiutato da una cerchia di amici, intermediari, mercanti, agenti. Un mondo favoloso... Perche' Palazzo Ducale (aristocratica residenza) come scrive Montesquieu, non era una dimora "ma una vera e propria cittą". Cuore pulsante e palpitante del piccolo regno, popolato da un caleidoscopio di personaggi diversissimi tra loro. Pittori, decoratori, vetrai, orafi, artigiani, letterati, poeti, musicisti e compositori, cantanti, attori, compagnie teatrali, ballerini, cuochi, medici, botanici, alchimisti, maghi, dottori universitari e precettori... Impensabile, forse, oggi un tale frastuono di voci di presenze illustri e grandi uomini pronti a leggittimare, con il proprio operato, una dinastia. Per ricostruire quelle atmosfere, un periodo storico di grande fascino e magia (non solo per gli studiosi) in vendita nei bookshop della mostra cataloghi illustrati e saggi (editi da Skira), un interessante volume sulla "Cucina dei Gonzaga" con oltre 40 ricette riprodotte anche attraverso una documentazione fotografica, un cd con musiche di Monteverdi, scritte espressamente per i duchi di Mantova. Ed infine un'ultima segnalazione. Cult Network Italia (il canale tematico satellitare interamente dedicato alla cultura, all'arte, all'intrattenimento disponibile su "Mondo Stream") ha inagurato con la mostra sui Gonzaga un ciclo di film-documentari dedicato alle maggiori esposizioni allestite in Italia.