Si
è aperta a Rio de Janeiro la XI Biennale del libro che vede come protagonista e
paese ospite d'onore, l'Italia. L'apertura ufficiale è avvenuta alla presenza
di varie autorità brasiliane, vale a dire il ministro della Cultura, Gilberto
Gill, il ministro all'Istruzione, Cristovam Buarque, la governatrice, Rosinha
Mateus e, da parte italiana, dal sottosegretario ai Beni Culturali, Nicola Bono,
dall'ambasciatore d'Italia, Vincenzo Petrrone, e dal console Generale Francesco
Mariano. Nei vari discorsi si è voluto sottolineare l'importanza del libro e
della cultura nella società, sottolineando, in particolare, la forte presenza
italiana nella vita culturale e sociale del Brasile, tanto da far affermare ad
uno degli oratori che, sotto sotto, tutti i brasiliani sono un pocco italiani.
Il sottosegretario Bono ha ricordato che l'Italia vuole intensificare gli scambi
con il Brasile,,, cosa che non vuol dire appena che l'incremento degli scambi
culturali siano fini a se stessi, ma che questi possono e devono avere anche una
ricaduta economica. L'Italia sis ente particolarmente onorata per essere stata
scelta come ospite d'onore di questa edizione che è divenuta, in ventidue anni,
sempre più importante e internazionale, arivando a competere con quella di
Francoforte e di Torino. Inoltre, con la sua presenza, l'Italia ha voluto
sottolineare il ruolo di Rio de Janeiro, nel Brasile e nel mondo, come capitale
della cultura, una cultura che spesso ha parlato e
parla
italiano. Dopo aver inaugurato il nostro padiglione, le autorità hanno quindi
visitato la fiera per riconvergere nuovamente allo stand italiano per assistere
ad una conferenza con proiezione di video, tenuta dal professor Campailla, su
"Voci e volti del Novecento Letterario Italiano", e conclusa con la
presentazione del libro "Il Brasile di Ungaretti". La conferenza è
stata seguita con molta attenzione dal numeroso pubblico presente ed è stata
molto applaudita. Non possiamo chiudere questo nostro resoconto senza
congratularci con coloro che hanno fortemente voluto questa nostra presenza a
Rio, in primo luogo il professor Sicilia, del Ministero dei Beni e Attività
culturali, Federico Motta, presidente dell'Associazione Italiana Editori, il
già citato professor Campailla e i loro collaboratori, oltre al gruppo dell'università
di Tor Vergara, guidato dal professor Avella. Da parte carioca, l'impegno dell'ambasciata
d'Italia, con il ministro Di Luigi, ed il consolato generale, nella persona del
dottor Mariano, coadiuvato dal signor Angeloni. A noi non resta che sperare che
questo avvenimento sia l'inizio di un periodo di intensa cooperazione, non solo
culturale, tra l'Italia ed il Brasile.