Filippo De Pisis a Milano

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Il Salotto della Principessa Mathilde - Olio su tela (73x91)Dopo il grande successo riscosso dalla mostra a Roma presso il Chiostro del Bramante (aperta fino al 6 marzo), dove ha già superato i 100.000 visitatori, si è inaugurata lunedì 21 marzo 2005 presso la Fondazione Antonio Mazzotta di Milano l’esposizione retrospettiva dedicata a Giuseppe De Nittis. La rassegna si annuncia come uno degli eventi principali della primavera culturale milanese.
Raccontano che affittava una carrozza e si fermava all’angolo di una strada per non essere visto. Così riusciva a cogliere l’attimo fuggente della vita, fissandolo sulla tela. Insofferente agli studi accademici, Giuseppe De Nittis ha scelto il contatto diretto con il mondo. La natura incontaminata della sua tera natale, la Puglia, la nobiltà della Parigi rinnovata dal barone Haussman, l’inquinamento londinese.
A lungo sottovalutato, De Nittis è stato uno degli artisti più originali dell’Ottocento. Impressionista - per la pittura en-plen-air, il taglio fotografico, l’influenza giapponese - ma anche verista, macchiaiolo. Senza mai chiudersi in una definizione. La mostra, curata da Renato Miracco alla Fondazione Antonio Mazzotta (Milano, fino al 19 giugno e con il patrocinio del Ministero Degli Affari Esteri, Ministero Per I Beni E Le Attività Culturali, Regione Lombardia – Culture, Identità E Autonomie Della Lombardia, Provincia Di Milano - Settore Cultura, Comune Di Milano – Settore Musei E Mostre), ne racconta la complessa personalità. Nato a Barletta nel 1846, a soli 21 anni De Nittis si trasferisce a Parigi, che dal 1855, anno della prima Esposizione Universale, rappresenta un’occasione per farsi conoscere. Da questo momento la vita del pittore è all’insegna del viaggio, dell’onnipresenza, della sperimentazione. “Dipinge con i pastelli”, polverizzati con la trementina e stesi con i pennelli. E i suoi quadri cambiano. Non più i contadini de La strada da Napoli a Brindisi (La strada da Brindisi a Barletta), ma signore incipriate e gentiluomini, corse di cavalli e salotti aristocratici, come quello della Principessa Matilde, ritratto nel 1883. Nel 1874 De Nittis scopre Londra, una città che lo affascina, e che gli “ha svelato il sottosuolo di sfacelo e di degradazione della condizione umana”. Dieci anni dopo muore improvvisamente per emorragia cerebrale. Come epitaffio, Dumas figlio scrisse “Qui giace il pittore Giuseppe De Nittis morto a trentotto anni. In piena giovinezza. In pieno amore. In piena gloria. Come gli eroi e i semidei”.
La mostra,  propone una selezione di opere, provenienti da importanti collezioni private e pubbliche, ed esplora tre temi molti cari all'artista: la figura, la natura e il paesaggio. Sono state selezionate le opere più significative della produzione di Giuseppe De Nittis tra cui molti inediti. Opere che attraverso l’occhio attento e acuto dell’artista sono capaci di restituire lo spirito e l’atmosfera dei luoghi da lui rappresentati, sottolineando la peculiarità di questo impressionista, “meridionale al sud, francese a Parigi e londinese a Londra”. Così diceva di lui il critico italiano Vittorio Pica nel suo saggio “Giuseppe De Nittis, l’uomo e l’artista” del 1914, per evidenziare l’universalità e l’europeismo ante-litteram della sua arte. Alla Fondazione Antonio Mazzotta saranno esposti 161 oli su tavola e tela e 27 disegni. Rispetto alla sede romana saranno presenti 13 significative opere, che andranno a integrare i nuclei più importanti dell’esposizione: per lo più dipinti non esposti da diversi anni, provenienti da importanti collezioni private milanesi (Dall’alto della diligenza, Il ponte-paesaggio inglese, Che freddo! del 1874, Ora tranquilla), oltre a prestiti importanti da musei italiani.
L’evento, a Roma, era stato realizzato grazie all’impegno della Fondazione Foedus e del suo Presidente, Onorevole Mario Baccini, e alla disponibilità del Comune di Barletta – Museo Pinacoteca Comunale “Giuseppe De Nittis”
Il nucleo principale della mostra proviene infatti da questo importante Museo, che possiede la donazione delle opere dell’artista fatta dalla moglie Léontine. Prestiti importanti provengono inoltre dal Cimac di Milano, dalla Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti di Firenze, dal Museo di Capodimonte di Napoli, dall’Istituto Nazionale per la Grafica di Roma, dalle Raccolte Frugone del Comune di Genova, dai Musei Civici di Pavia, dal Museo Carnevalet di Parigi e da molti collezionisti privati italiani e stranieri. La sinergia tra istituzioni pubbliche e private è risultata felicissima riunendo “corpus” finora smembrati.
Dopo Roma e Milano, la mostra sarà ospitata a Barletta durante l’estate 2005 presso il Palazzo della Marra, splendida sede museale comunale che riaprirà i battenti proprio con quest’evento dopo essere stata recentemente sottoposta a lavori di ristrutturazione.