Dalla Fenice alla Rocinha

Edoardo Pacelli, Rio de Janeiro 23 gennaio 2004

Il maestro Guerrino Lovato creando il modello di argilla (foto E. Pacelli)Guerrino Lovato, il maestro scultore artefice di importanti restauri architettonici, ha accettato di aderire alla richiesta della Regione Veneto (in collaborazione con l'ICE  e l'ICEPS) per iniziare, presso la favela della Rocinha, a Rio de Janeiro, un corso professionale di fabbricazione di maschere carnavalesche. Il motivo che lo ha spinto ad accettare l'invito, si può racchiudere nella sua frase "voglia di conoscere e di capire il mondo", per poi confessare a sè stesso che "nulla è diverso sotto il sole". Ha raccontato, il maestro, che dopo alcuni giorni di contatto con la realtà carioca, ha scoperto che i ragazzi poveri di Rio sono perfettamente simili a quelli di Palermo dove ha portato un analogo corso. L'iniziativa della regione ha lo scopo di insegnare a giovani che hanno poche prospettive per il futuro, un'arte dalla quale poter ricavare il necessario per una vita dignitosa. Così, questo nostro maestro artigiano, dopo aver lavorato alle sale del Cremlino, ai presepi di Parigi, alle ricostruzioni veneziane di Las Vegas e, per finire, al restauro delle sculture della cavea del teatro La Fenice di Venezia, si è deciso ad immergersi in questa nuova esperienza.

La rifinitura (foto E. Pacelli)Oggi, dopo appena dieci giorni di corso, con la fattiva opera del collaboratore Donato De Simone, sono state ricavate le prime maschere carioca. Cinquanta ragazzi della Rocinha hanno creato, sotto la supervisione di Lovato e De Simone, un centinaio di maschere che sono state esibite al pubblico, che comprendeva, anche,  una troupe di Rete 4 e della televisione della Svizzera italiana. Abbiamo potuto assistere a tutta la lavorazione di una maschera, dalla creazione del modello in argilla, alla formatura del calco in gesso, alla rivestitura dello stampo con la cartapesta, alla sformatura, per finire con la decorazione e l'applicazione dello strato superficiale finale. Come si vede una lunga serie di operazioni che richiedono perizia. Lovato pensa che dei cinquanta allievi, almeno una ventina potranno continuare a svolgere questa attività da un punto di vista professionale. Giá questo risultato costituirebbe, per lui, motivo di orgoglio. Lo scopo, infatti, dell'iniziativa è proprio quello di insegnare, ai giovani, una via di uscita dalla marginalità. Tale esperienza lavorativa può servire questi futuri "mascherai" come biglietto da visita per essere contrattati per collaborare alla costruzione dei carri allegorici delle scuole di samba. A questo proposito, Lovato ha fatto una profonda considerazione sulla diversità dei due carnevali, di Rio e di Venezia. Quello di Rio è un evento collettivo e popolare. Il divertimento consiste nello stare insieme e condividere le emozioni del travestimento e della musicalità. Il carnevale di Venezia, al contrario, è un fenomeno individuale. Bisogna considerare, però, che Venezia vende i "prodotti" del carnevale nel corso di tutto l'anno, mentre ciò non avviene con il carnevale carioca che, già a partire dal mercoledì delle ceneri, comincia a smantellare la propria struttura per riprendere l'anno successivo. Ecco quindi che contribuire a formare artigiani che possano offrire al mercato turistico di Rio un prodotto legato al carnevale carioca, può essere considerato un fattore di rilevante importanza nell'economia di una parte della popolazione e di quella della città. La meta finale sarà, infatti, la costituzione di un marchio "made in Rocinha".

Questo, in sintesi, il messaggio che Guerrino Lovato ci ha voluto trasmettere e che noi trasmettiamo ai nostri lettori. Un sentito ringraziamento va alla Regione Veneto, ma anche alla lungimiranza di Stefano Scorza e Federico Federici, che sono stati i promotori dell'iniziativa e che, con la collaborazione del Centro di Cultura della Rocinha, la hanno resa possibile..